Macerie, ecco l'ordinanza che blocca tutto

Strade invase dai detriti. E le ditte non possono spostare nemmeno le mattonelle rotte

L'AQUILA. Neppure un metro quadrato di piastrelle del bagno. Figuriamoci i 4,2 milioni di tonnellate stimati da Cnr e vigili del fuoco. Sinistra? Destra? Governo? Comune? Per scoprire chi blocca la rimozione delle macerie non serve spostare il dibattito troppo in alto. Basta leggersi l'ordinanza 3923 (presidenza del Consiglio) che impedisce alle ditte che stanno riparando le case anche con danni lievi di provvedere direttamente allo smaltimento dei detriti. Di quel bagno da rifare.

SINISTRE. «Colpa della sinistra? Sì, certamente, di quella "sinistra" ordinanza che noi a gran voce abbiamo chiesto di cambiare», ironizza l'assessore comunale all'Ambiente Alfredo Moroni in relazione alle recenti esternazioni del premier da Arcore. Il Comune, attraverso l'Asm (Aquilana società multiservizi) ha messo a disposizione delle ditte, che non sanno dove sbattere la testa, i cassoni. Ma chiede, questo sì, rimborsi tempestivi per l'affitto. Un passo indietro. Fino a prima del 22 febbraio, data di pubblicazione della contestatissima ordinanza, le ditte impegnate nei lavori di ristrutturazione degli edifici (anche di quelli A, B e C, quindi senza danni strutturali) potevano provvedere direttamente allo smaltimento. Dopo l'ordinanza (ma non sono tutte concordate, le ordinanze, prima della stesura finale e della firma?), cosa che ha fatto drizzare i capelli ad Ance e Cna, messe in guardia dalla Provincia, il trasporto dei rifiuti inerti diventa a esclusivo carico di esercito, vigili del fuoco e Asm. Niente ditte. Una norma contenuta in un'ordinanza che, lungi dal risolvere il problema di chi, con quali uomini, con quali mezzi, con quali soldi, in quali siti, in quali tempi, elimina le macerie dei crolli da strade e piazze della città e delle frazioni, finisce per paralizzare persino i lavori nel bagno di servizio. Perché, in teoria, nella stanza in questione dovrebbe entrare una squadra di pompieri per portar via due carriole di mattonelle rotte. Pena sanzioni e denunce. Assurdo. Tanto che, nottetempo, furgoncini e scabinati scorrazzano liberamente nelle periferie (vedi area di Centi Colella) per lasciare altri mucchi, stavolta abusivi.

LE SOLUZIONI. Il Comune, attraverso l'assessore Moroni, ha proposto al tavolo degli enti la fornitura immediata di cassoni alle ditte interessate, «affinché tali materiali possano essere prontamente trasportati dalla stessa Asm o dai vigili del fuoco». Il Comune, con lettera, invita l'Asm «a voler provvedere con la dovuta urgenza ad approvvigionarsi dei cassoni e porli a disposizione delle ditte richiedenti, previo consenso formale e autorizzazione a cura della struttura commissariale». Per il Comune, però, restano da chiarire due aspetti: il rimborso all'Asm delle spese sostenute per l'acquisto e-o il nolo dei cassoni e le rendicontazioni delle ditte, «che dovranno considerare i minori esborsi rispetto ai finanziamenti ricevuti anche per lo smaltimento delle macerie».

EX TEGES. «Nelle more dell'allestimento del sito di Barisciano e dell'ampliamento del deposito ex Teges», scrive ancora il Comune all'Asm, alla Sge, al commissario e al sindaco, «al fine di evitare blocchi nelle operazioni di rimozione delle macerie, Asm provvederà al deconferimento parziale del materiale attualmente depositato presso Teges». Il Comune invita l'Asm a provvedere «attraverso le procedure di rito, anche individuando le quantità da rimuovere». Finora nell'ex Teges, l'unico sito in funzione due anni dopo il terremoto (al netto di una serie di giravolte tra tavoli regionali e nazionali, con in mezzo dichiarazioni del ministro Prestigiacomo del tipo: problema risolto), un deposito ormai stracolmo, sono stati effettuati soltanto due parziali svuotamenti, uno da 10mila e l'altro da 13mila tonnellate. Ora serve una terza gara per liberare quel tanto che basta per far circolare i camion. È questa la vera emergenza. Due anni dopo il terremoto c'è un buco pieno, fino all'orlo, dov'è difficile persino entrare per scaricare le macerie. Figuriamoci pensare di liberare le strade di capoluogo, frazioni e altri Comuni colpiti.

DEMOLIZIONI. Su questo poco confortante quadro incombono le demolizioni, alcune delle quali il Comune ha già provveduto ad autorizzare, a mano a mano che i siti vengono interessati da esigenze legate alle indagini della magistratura. Sarà demolito lo stabile di via XX Settembre 79 dove morirono 9 persone, tra cui il dentista Dante Vecchioni e la moglie e le due figlie dell'avvocato Maurizio Cora, oltre alla studentessa ciociara Giulia Carnevale. Il sindaco ha già firmato l'ordinanza.

LEGA. Tornando allo scontro macerie-colpa-della-destra-no-della-sinistra, ecco dichiarazioni della Lega Nord locale, che a Roma sostiene il governo: «Ordinanza da rivedere. Un nuovo terremoto su imprese, cantieri, proprietari di immobili». Quindi il consiglio al premier «di non firmare al buio ordinanze che risultino poi estremamente dannose per la collettività. Raramente», dice la Lega, «s'era visto un tale concentrato di incompetenza e irragionevolezza».

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