Macerie, ora Pizzoli contesta l’esclusione

Sito sequestrato, sindaco all’attacco: facciamo da noi, con gli imprenditori disponibili

L’AQUILA. Cambia la mappa dei siti delle macerie, non c’è Pizzoli. Il sindaco s’infuria e annuncia il fai-da-te: «Non escludiamo iniziative dirette del Comune con imprenditori che volessero investire nel nostro territorio». Firmato Giovannino Anastasio. «Sono il sindaco, rappresento la gente, mi devono informare se cambiano idea sulle nostre proposte. Ma il no dev’essere motivato». Il sindaco non si spiega l’esclusione dall’elenco stilato dal comitato tecnico.

LA PROTESTA DI PIZZOLI. «Il terremoto del 6 aprile», argomenta Anastasio, «ha provocato un disastro enorme nel nostro territorio, ma mi rifiuto di credere che, a nove mesi dall’evento sismico, ci siano difficoltà di comunicazione, soprattutto tra enti locali. Apprendo dal Centro che è stato dato un categorico stop ai cinque siti proposti dal Comune di Pizzoli per lo smaltimento delle macerie del terremoto. Lo stop dovrebbe essere stato imposto dal tavolo tecnico, emanazione dell’assessorato alla Protezione civile e all’Ambiente della Regione, coordinato dal dottor Franco Gerardini, dirigente regionale. Ritengo opportuno chiarire che lo stesso tavolo tecnico, a fronte delle proposte inoltrate dal nostro Comune, ha provveduto a fare sopralluoghi solo a tre sui cinque siti suggeriti.

In uno di questi siti sono stati trovati dei materiali edili, probabilmente provenienti da qualche demolizione post-sisma, e per questo motivo è stato sottoposto a sequestro preventivo. La matematica non è stata mai un’opinione, e questi calcoli sono elementari. Fra cinque siti solo tre vengono visitati, e di questi tre solo uno ha una motivazione acclarata per essere escluso dalle scelte. Per l’esame delle restanti quattro proposte non si hanno, a tutt’oggi, esiti ufficiali dell’istruttoria. Sono il sindaco, e rappresentante dei miei concittadini. Pertanto, ritengo di dover essere informato in maniera prioritaria delle scelte che vengono fatte in merito alle proposte del nostro Comune e, soprattutto, delle motivazioni che dettano tali scelte».

LA NUOVA MAPPA. Nella nuova mappa dei siti, riferita alla situazione al primo gennaio 2010, non compaiono siti nel territorio comunale di Pizzoli, che pure aveva proposto cinque aree. I nuovi siti ritenuti idonei sono sette: tre pubblici (Paganica ex Teges, Bazzano zona industriale e Barisciano Forfona) e quattro privati (Roio Piano, Barisciano San Lorenzo, Barisciano Forfona e Isola del Gran Sasso). Al momento, il trattamento è stato autorizzato solamente per quattro impianti. Quelli di Bazzano e di Isola del Gran Sasso necessitano di ulteriori verifiche per lo svolgimento di alcune delle tipologie di attività. Il terzo polo per la selezione è quello di Barisciano, dove sono state individuate due discariche, una per rifiuti e una per inerti, e una cava in esercizio.

L’ACCUSA. Il sindaco di Pizzoli si scaglia contro «le scelte di natura politica. Siamo stati l’unico ente a rispondere al bando, gli altri sono privati. L’abbiamo fatto non solo per il profitto ma anche per risanare il territorio dal punto di vista ambientale».