Macerie, spuntano altri no ai siti scelti

Bazzano, consorzio nucleo industriale contro l’allestimento dell’impianto

L’AQUILA. Macerie, tutto da rifare. Le rassicurazioni del ministro Prestigiacomo («Via le macerie in pochi mesi, la protesta è superata») sono state superate, queste sì, dagli eventi. Per i siti di Bagno e Bazzano, già individuati fin dal mese di ottobre del 2009 e già scartati due giorni fa dai tecnici del ministero, sorgono nuove opposizioni. Anche il consorzio per il nucleo industriale dice no. E sale la protesta anche per l’annunciato ampliamento del sito ex Teges, l’unico attivo per la selezione delle macerie. Stavolta a opporsi è l’amministrazione degli usi civici.

RITORNO A ROMA. Sulla scorta di quanto contenuto nelle relazioni degli inviati del ministero, i tecnici del tavolo Ambiente tornano oggi a Roma per cercare una soluzione al «problema dei problemi». Dopo il no al sito di Bagno, considerato a rischio idrogeologico, arriva una nuova bocciatura anche per quello del nucleo industriale di Bazzano, dove pure erano partite le procedure per l’allestimento da parte del Comune. Il commissario regionale del consorzio per il nucleo industriale, l’avvocato Lorenzo Di Marzio, ha scritto al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, al vice Massimo Cialente e al capo struttura tecnica di missione Gaetano Fontana per bloccare le procedure. «Ribadiamo», scrive Di Marzio, «l’assoluta contrarietà del consorzio all’utilizzo del sito di Bazzano per il recepimento delle macerie».

Il primo problema sollevato è quello della viabilità, il secondo è l’inquinamento. «La zona», si legge in una nota del consorzio, «è attualmente interessata da insediamenti di strutture destinate a servizi. A confine con il sito vi è il tribunale e la Corte d’appello; immediatamente di fronte è dislocata la Camera di commercio; a circa 400 metri si trova la facoltà di Lettere; a ovest del sito, a 280 metri in linea d’aria, vi è un insediamento del progetto Case, con circa 2400 abitanti. La viabilità attuale è già collassata.

Le automobili vengono parcheggiate in tripla fila, dopo aver occupato tutti gli spazi possibili. E una viabilità alternativa è impossibile». Il secondo rilievo riguarda l’inquinamento. «Il sito dovrebbe essere destinato allo stoccaggio temporaneo e lavorazione delle macerie. Pur confidando sulla validità delle tecnologie che si andrebbero a utilizzare, la lavorazione di circa 2500 tonnellate al giorno creerebbe non poco pulviscolo e inquinamento atmosferico. Per non parlare del passaggio di 600 mezzi al giorno, uno ogni due minuti».

EX TEGES. No all’ampliamento dell’ex Teges arriva dall’amministrazione degli usi civici di Paganica e San Gregorio presieduta da Roberto Romanelli. «Paganica, per puro senso civico, ha sempre dato collaborazione all’intera collettività aquilana permettendo insediamenti di inceneritori, nuclei industriali, cave. In questi ultimi anni, l’amministrazione separata ha inteso recuperare tali territori andando a investire a Pontignone con un’azione di riqualifica ambientale con sistemazione di strade interpoderali, aree attrezzate per il pic-nic e, in ultimo, con la redazione di un progetto di parco agricolo periurbano. L’ampliamento della cava e la destinazione di una maggiore porzione del territorio circostante a sito di trattamento temporaneo delle macerie, cancellerebbe questo splendido progetto. È indispensabile che vengano fermati gli espropri».