Madre e figlia morte nel rogo dell’auto

Scontro a Barisciano: la macchina si incendia, vani i tentativi di liberarle La ragazza, 24enne, con il padre accompagnava la mamma a una visita

BARISCIANO. Gli occhiali da sole marroni di marca Chanel finiti nella scarpata, lamiere e pezzi di auto ormai difficili da identificare sparsi sull’asfalto macchiato dalle fiamme. Ferma, di traverso sulla carreggiata al chilometro 55 della Statale 17 tra Barisciano e San Pio delle Camere – un tratto di quella maledetta lunga lastra di metallo cantata da Guccini, che conta tante vittime della strada – la Ford Focus Static grigia station wagon. Forse, tra i suoi “frequentatori”, ha anche un bimbo, visti i parasole sui finestrini posteriori con il musetto di un orso disegnato. Di fronte alla station wagon, finita sulla scarpata per l’impatto, la piccola Hyundai i10 dal colore reso ormai irriconoscibile dal fuoco divampato pochi minuti dopo lo scontro: la trappola mortale di Maria Concetta Della Valle (51 anni) e della figlia Santa Medaglia (24), di Rapino, paese di mille anime in provincia di Chieti, uccise dal frontale con la Ford ieri alle 14 in punto.

Dietro alle lamiere delle due auto ci sono storie, sogni, emozioni e speranze spezzati. Come quelli di Maria Concetta e Santa, infermiera tirocinante dai lunghi capelli castani. Domenica scorsa è stato il suo compleanno. Sogni spezzati anche quelli del papà e marito Lorenzo Medaglia, vigile urbano di Rapino di 57 anni, alla guida della Hyundai, ferito con alcune lesioni, anche se le sue condizioni non sarebbero gravi, ricoverato sotto shock all’ospedale dell’Aquila. Critiche, invece, le condizioni di Nicolino Antolini, 54 anni, originario di Popoli, il conducente (e unico passeggero) della Ford Focus, ricoverato con traumi e fratture in diverse parti del corpo che hanno reso necessario un intervento chirurgico ieri pomeriggio. Forse dovrà essere trasferito a Pescara nei prossimi giorni.

Difficile, e ancora da ricostruire, la dinamica dell’ennesimo tremendo schianto sulla Statale 17, principale arteria di collegamento tra L’Aquila e Pescara. Le condizioni del conducente della Ford non hanno permesso agli agenti della Stradale, che hanno eseguito i rilievi, coordinati dall’ispettore Antonio Mara, di parlare con lui. Nella zona c’è stata una concentrazione enorme di soccorritori. L’intervento di Forestale, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, 118 e volontari non ha impedito che l’auto venisse divorata dalle fiamme. Quel che è certo è che la famiglia di Rapino era diretta all’Aquila per una visita medica della donna. Non sono mai arrivati a destinazione, non torneranno a casa. Così è stato detto all’altro figlio e allo zio, giunti da Rapino subito dopo essere stati avvisati dell’incidente. In direzione contraria, verso Pescara, viaggiava la Ford.

LE INDAGINI. Sul fronte giudiziario la Procura ha intanto aperto un fascicolo. Spetterà al magistrato titolare dell’indagine, Antonietta Picardi, stabilire eventuali responsabilità ed è probabile che entrambi i conducenti saranno raggiunti da un avviso di garanzia. Altro dolore che si aggiunge al dolore, in una fase molto delicata durante la quale si dovrà accertare la dinamica del terribile schianto e capire quale delle due auto abbia invaso la carreggiata dell’altra. Sarà lo stesso magistrato a decidere se far eseguire o meno le due autopsie. Resterà impossibile per il padre e marito cancellare dalla mente i fotogrammi di un incubo.

Uscito dall’auto subito dopo lo schianto, ha cercato invano di aprire le portiere per salvare le due donne, forse già prive di conoscenza. Inutile anche tentare di spegnere le fiamme con una bottiglia d’acqua e con la terra, con l’aiuto anche di altri automobilisti: il fuoco ha avvolto l’auto trasformandola in una trappola mortale.

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