l'emergenza

Magliano, scattano gli abbattimenti per fermare i cinghiali

Flagello nei campi, la Provincia corre ai ripari con agenti e cacciatori volontari. Gli interventi nella Marsica, in Valle Peligna e sull’Altopiano di Navelli

MAGLIANO DE’ MARSI. Non è facile la vita degli agricoltori. Si spezzano la schiena sui campi per ritrovarsi spesso con un pugno di mosche in mano. A mandare in fumo un anno di duro lavoro basta la gelata di una notte. E se qualcosa del raccolto si è salvato, a completare l’opera ci pensano i cinghiali con le loro razzìe. Certo, hanno diritto al risarcimento danni, ma per ottenerlo devono sudare le proverbiali sette camicie. E non sempre purtroppo ci riescono. Ma se le avversità atmosferiche sono imprevedibili, le devastazioni causate dai cinghiali, volendo, si possono prevenire, con i controlli e l’abbattimento selettivo dei suini. Compito che spetta alla polizia provinciale. Che quest’anno, dopo l’abolizione delle Province, ha incontrato difficoltà ad agire tempestivamente. Si è perso tempo prezioso, con gli agricoltori costretti ad assistere impotenti alla distruzione del raccolto. Ora, finalmente, la Provincia ha dato il via al piano di abbattimento, che ha già avuto l’approvazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e che sarà coordinato dalla polizia provinciale. Alle attività parteciperanno anche i cacciatori, con qualifica di selecontrollore e coadiutore, designati dagli Ambiti territoriali di caccia (Atc) della provincia.

«È fondamentale», raccomanda il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentiis, «che le associazioni e i singoli agricoltori segnalino tempestivamente alla polizia provinciale le zone agricole prese di mira dai cinghiali e dove essi vengono avvistati più frequentemente, al fine di rendere più efficace l’azione di controllo».

Le zone interessate dagli interventi di abbattimento, per ora, sono i territori di Massa d’Albe, Magliano de’ Marsi, Scurcola Marsicana, Tagliacozzo e Poggetello, l’Altopiano di Navelli, la Valle del Tirino e la Valle Peligna. Appena la Regione approverà la valutazione di impatto ambientale, gli abbattimenti partiranno anche nella Valle Subequana. La Provincia, comunque, non esclude di attivare, in casi di necessità, interventi di abbattimento anche su altri comprensori agricoli.

Sull’azione di contrasto ai cinghiali interviene Dino Rossi, presidente del Cospa Abruzzo, un’associazione autonoma che riunisce allevatori e agricoltori, con sede a Ofena. Rossi critica la decisione di inserire nell’Atc subequana Popoli e Bussi, appartenenti alla provincia di Pescara, dove l’abbattimento selettivo «funziona in maniera più snella e molto più efficace», rispetto alla provincia dell’Aquila, dove l’intervento diventa «più complicato». «Così», ironizza Rossi, «i cinghiali, dopo aver mangiato, se ne tornano dentro le aree protette a schiacciare un pisolino».

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