Mangiano radicchio con anticrittogamiciQuattro intossicati, due in rianimazione

Anversa degli Abruzzi. Intossicata un'intera famiglia. Un uomo di 58 anni e il suocero di 73 in prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Sulmona

SULMONA. Quattro persone, tutte originarie di Anversa degli Abruzzi, e tutte componenti della stessa famiglia, sono rimaste intossicate, due in molto maniera grave, dopo aver mangiato cibo con anticrittogamici. I due che destano più preoccupazione e che hanno rispettivamente 58 e 73 anni, si trovano ricoverati in prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Sulmona. Dai primi accertamenti effettuati dai carabinieri del Ros, che sul caso hanno aperto un'inchiesta, l'avvelenamento sarebbe stato causato dal radicchio che la famiglia avrebbe acquistato in un supermercato della zona.

Il primo a sentirsi male è stato il 58enne, anche se al momento del suo arrivo in pronto soccorso, si pensava fosse stato colto da ictus cerebrale. Dopo di lui hanno avuto gli stessi sintomi ma in maniera molto più lieve la moglie e il figlio di 20 anni, con conati di vomito e mal di pancia.

A far scattare l'allarme e a mettere i medici sulla strada giusta, è stato il malore accusato il giorno dopo dal suocero 73enne, il più grave di tutti, che è arrivato in ospedale in gravissima crisi respiratoria.

Grazie alla diagnosi effettuata dai medici del pronto soccorso, è stato possibile far regredire l'intossicazione con un antidoto specifico individuato con il risultato degli esami clinici, dal centro antiveleni di Parma con il quale si è mantenuto in stretto contatto, il responsabile della rianimazione di Sulmona e capo dipartimento della Asl provinciale, Gianvincenzo D'Andrea.

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