Marsica, i tagli del ministero sugli scavi

Il soprintendente regionale Pessina: meno soldi ma è possibile coinvolgere i privati

AVEZZANO. I tesori che, attraverso gli scavi, continuano a venire alla luce, hanno una straordinaria importanza non solo storico-culturale, ma anche economica. Essi, infatti, oltre a fornirci documenti sulle popolazioni che, fin dalla preistoria, hanno abitato le nostre contrade, possono dare, se adeguatamente valorizzati, un fortissimo impulso al turismo.

I siti archeologici, dunque, rappresentano una grande opportunità di sviluppo. Purtroppo su di essi si è abbattuta la mannaia del taglio dei fondi da parte del ministero per i Beni e le attività culturali.

In mancanza di risorse gli scavi iniziati difficilmente veranno ultimati, mentre ai siti non potrà essere assicurata la necessaria manutenzione. Col rischio che qualcuno faccia la fine di Pompei.

Sull'attuale situazione dei siti e su come far fronte alle spese dopo il taglio dei fondi statali, abbiamo intervistato il soprintendente per i beni archeologici d'Abruzzo, Andrea Pessina.

Qual è la condizione dei siti archeologici abruzzesi?
«E' discreta, ma necessita di una periodica manutenzione, che può essere assicurata soltanto attraverso una programmazione pluriennale, alla quale devono corrispondere adeguati fondi».

Da una mappa pubblicata dall'Espresso, in Abruzzo sono a rischio crollo i siti di Alba Fucens, Marruvium e Amplero. Tutti e tre nella Marsica. E' così?
«Non sappiamo chi abbia fornito questi dati all'Espresso, ma si tratta di un quadro non pienamente rispondente alla realtà. Per quanto riguarda Marruvium (l'antica San Benedetto dei Marsi), il principale sito all'aperto è costituito dall'Anfiteatro, nel quale deve essere terminato lo scavo di una piccola porzione, propedeutico alla sistemazione complessiva. Lo straordinario patrimonio archeologico dell'antica Marruvium è conservato al di sotto dell'attuale abitato ed emerge nel corso di lavori di vario genere. Ove possibile, lo si è riportato alla luce e reso fruibile. Amplero rappresenta una realtà più ristretta per la quale sono necessari mirati interventi di manutenzione e di salvaguardia. Più complessa la situazione di Alba Fucens, poiché si tratta di un'estesa area archeologica posta a 1.000 metri di altitudine, con relativi problemi di esposizione sia alle intemperie che al progressivo degrado delle strutture e degli stessi interventi conservativi effettuati dalla Soprintendendenza alcuni decenni fa. A partire dalla prossima primavera, avranno inizio i restauri dei settori scavati negli scorsi anni e di quelli maggiormente esposti, in modo da consentire la migliore conservazione di uno dei siti più importanti dell'intero Abruzzo».

Ci sono stati dei tagli ai fondi statali. E in che misura?
«Sì, nel 2011 ci sono stati tagli dei fondi ordinari sulla programmazione Lavori pubblici del ministero di circa il 40%. Attendiamo di conoscere l'entita dei tagli sui cosiddetti fondi per il funzionamento, che consentono agli uffici della Sorpintendenza di svolgere l'attività ordinaria. E' probabile che anche su questo capitolo fondamentale vi saranno riduzioni consistenti».

Un così drastico taglio dei fondi statali non rischia di vanificare il lavoro portato avanti in tutti questi anni dalla Soprintendenza? E' possibile trovare i finanziamenti che servono coinvolgendo altri soggetti?
«La riforma del titolo quinto della Costituzione e del Codice dei beni culturali e del paesaggio ha ampliato la possibilità di coinvolgere altri soggetti pubblici e privati nella gestione e valorizzazione dei beni culturali. E' dunque possibile pensare all'attivazione di progetti che abbiano un respiro territoriale più ampio e a forme più snelle di gestione. In un quadro, però, generale che vede una pesante crisi economica in ogni settore è oggi certamente più difficile reperire risorse finanziarie adeguate. Fra i privati gli interlocutori più attenti, per loro stessa vocazione, sono state finora le Fondazioni bancarie, ma il sisma del 2009 ha necessariamente concentrato l'attenzionbe verso la drammatica situazione del cratere».

Ci sono in programma nuovi scavi?
«A causa dei tagli sulla programmazione Lavori pubblici, nell'ultimo periodo stiamo lavorando nell'ambito dell'archeologia preventiva, che rappresenta la fase preliminare di indagine legata alla realizzazione di qualsiasi opera pubblica. Nella Marsica attualmente è in corso, sotto la direzione dell'archeologa Emanuela Ceccaroni, lo scavo di una interessante necropoli di epoca romana (II-I secolo a.C.) a Ortucchio, rinvenuta durante la realizzazione di un canale».

Che fine ha fatto il Museo di Alba Fucens, che dovrebbe accogliere i reperti finiti altrove?
«I reperti di Alba Fucens, ad eccezione di due pezzi esposti a Chieti, sono tutti conservati nei magazzini della Soprintendenza, in gran parte nella Marsica, in attesa dell'ultimazione dei lavori di allestimento del Museo, dove poi troveranno la loro sede naturale».

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