Massa d'Albe, avvelenato il cane che salvava gli sciatori

“Wall” (impiegato dal Soccorso alpino in caso di valanghe) ha mangiato un’esca gettata sui monti

MASSA D’ALBE. Con coraggio aveva salvato sciatori travolti da valanghe e persone disperse nei boschi. Ha trovato la morte avvelenato da un’esca imbottita di stricnina e abbandonata da persone senza cuore.

È la sorte toccata a “Wall”, un pastore tedesco di 13 anni, in passato impiegato in numerose circostanze, sia per i soccorsi di superficie che per quelli da valanga. L’animale era di proprietà di Filippo Fazi, responsabile regionale delle Unità cinofile del Soccorso alpino, deceduto per un malore nel novembre del 2011. Dalla scomparsa del suo padrone, Wall era stato preso in affidamento da Vincenzo Andreetti, che in questi ultimi quattro anni lo ha accudito con un affetto e una dedizione che solo chi ama gli animali può comprendere.

L’altra mattina, come altre volte era capitato, Andreetti e Wall si erano alzati di buon’ora e si erano diretti nella zona pedemontana di Monte Magnola, in località Peschio Rovicino di Massa d’Albe, per una passeggiata in un posto già frequentato in precedenti uscite. Ma stavolta la cattiveria dell’uomo aveva teso una trappola mortale e la polpetta avvelenata ha stroncato la vita di Wall in meno di un quarto d’ora. Dev’essersi trattato di stricnina, un veleno potentissimo che procura sofferenze atroci e che può essere parzialmente combattuto soltanto se si è in grado di somministrare acqua ossigenata necessaria per far espellere l’esca ingerita. Quando Andreetti si è girato per richiamare il cane, ha capito in un attimo il dramma che stava consumandosi sotto i suoi occhi e non ha potuto fare nulla per salvare il suo amico.

È lo stesso Andreetti, con le lacrime agli occhi, a raccontare gli ultimi istanti di vita di Wall: «È stata un’esperienza che non auguro a nessuno, perché veder morire un animale che è sempre stato pronto a offrire la propria vita per salvare persone in pericolo è quanto di peggio possa capitare, soprattutto se si è nell’impossibilità di poter fare qualcosa». Wall proveniva da un allevamento del Milanese ed era in possesso di entrambe i brevetti (di superficie e da valanga) richiesti per poter far parte delle unità di ricerca del Soccorso alpino. Ma tutto questo all’ignobile soggetto che ha messo in atto la trappola dev’essere interessato meno di nulla. E se fosse lui a dover avere bisogno un giorno del Wall di turno?

Plinio Olivotto

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