Mensa della Caritas cibo da asporto per i nuovi poveri

Aumentano le richieste di aiuto da parte delle famiglie molti preferiscono mangiare a casa per vergogna

AVEZZANO. Arrivano in punta di piedi per non farsi sentire, prendono un po’ di pasta e della carne per loro e per il resto della famiglia, e poi sgattaiolano via velocemente per non essere visti da nessuno. Sono i nuovi poveri della città, persone comuni che non ce la fanno più ad andare avanti e per mangiare chiedono aiuto alla Caritas diocesana. Non solo gli extracomunitari e i clochard, ma anche gli italiani sono costretti a bussare alla porta della Caritas per avere un boccone di pane. Tra affitti, bollette e spese quotidiane le famiglie sono strette nella morsa della crisi e anche comprare un pacco di pasta o dei biscotti per i bambini è difficile.

«Le richieste di aiuto crescono di giorno in giorno», hanno spiegato i volontari della Caritas diocesana coordinati dalla responsabile Costanza Di Giuseppe, «ormai siamo arrivati a preparare circa 40 pasti al giorno per gli ospiti più 8-10 che però vengono portati via. Cerchiamo per quanto ci è possibile di assicurare sempre un pasto caldo per chi viene a chiederci aiuto, ma queste persone sono esasperate, hanno bisogno di tutto e spesso non sappiamo come rispondere alle loro richieste».

Il suono della sirena di mezzogiorno è diventato ormai una sorta di richiamo per gli habituè della Caritas dove grazie alla solidarietà e all'opera di tante donne e uomini c'è sempre un piatto pronto per tutti.

«Vengono intere famiglie con bambini al seguito a mangiare», hanno continuato, «e ultimamente è cresciuto il numero delle richieste di italiani che prendono il pranzo e lo portano via. Si vergognano di farsi vedere che mangiano alla Caritas e preferiscono nascondere tutto dentro una busta e tornare a casa. Spesso gli diamo anche alimenti da cucinare, qualche pacco di pasta, del pomodoro, non rifiutano nulla perché hanno bisogno».

Oltre al cibo i volontari della Caritas, diretta da don Ennio Tarola, forniscono anche vestiti e coperte ai senzatetto e ai tanti extracomunitari che vivono in luoghi di fortuna. «A causa del freddo sono triplicate le richieste di aiuto da parte dei clochard e dei giovani marocchini che dormono dove capita», hanno sottolineato le volontarie, «cercano soprattutto coperte, giacconi pesanti e scarpe invernali. Noi cerchiamo di dargli tutto quello che abbiamo, ma i magazzini si stanno svuotando e non sappiamo come affrontare una nuova emergenza freddo». La Caritas è impegnata a 360 gradi per tendere una mano alle persone in difficoltà e per questo si occupa anche della casa di accoglienza di piazza Matteotti, a due passi dalla stazione. Lì vengono ospitate donne e bambini per 10-15 giorni. «Abbiamo otto posti letto e a rotazione diamo ospitalità alle mamme con i figli, ma anche a giovani donne che si trovano sole», hanno chiarito le responsabili della Caritas, «ci sono una cucina e una sala comune dove possono stare di giorno e poi dei letti per dormire e delle culle per i piccoli. Sono degli ambienti caldi nei quali trovano sempre delle volontarie con le quali poter parlare. Per gli uomini, invece, quando c'è richiesta cerchiamo di ospitarli in un hotel per non farli rimanere in strada».

Eleonora Berardinetti

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