Risoluzione per un tracciato alternativo

Metanodotto, no del consiglio regionale

SULMONA. Il fronte del no alla centrale e al metanodotto della Snam incassa un’altra risoluzione contraria del consiglio regionale, in cui si chiede al ministero dello Sviluppo economico di trovare...

SULMONA. Il fronte del no alla centrale e al metanodotto della Snam incassa un’altra risoluzione contraria del consiglio regionale, in cui si chiede al ministero dello Sviluppo economico di trovare un tracciato alternativo alla Valle Peligna. Sottolinea l’importanza del provvedimento approvato all’unanimità il consigliere regionale di maggioranza Luca Ricciuti (Fi), da sempre contrario al progetto della multinazionale del gas. «Il consiglio regionale ricorda Ricciuti «aveva votato già due risoluzioni su questo tema, la prima a ottobre 2011, la seconda a febbraio 2012. Entrambe, però, sono rimaste disattese. Così come è rimasta disattesa la risoluzione della commissione Ambiente della Camera dei deputati, che finora non ha trovato applicazione. In più il governo nazionale ha impugnato, in modo irragionevole, la legge regionale 14 del 2013 sulla prevenzione del rischio in caso di insediamento di centrali a gas in aree sismiche». Secondo Ricciuti i rischi connessi al progetto sarebbero troppo elevati per i residenti della Valle Peligna. «Con il documento la partita si riapre», spiega Ricciuti, «nell'auspicio che possa essere scongiurata un'opera che causerebbe enormi pericoli per le popolazioni della zona di Sulmona». Soddisfatti i comitati cittadini per l’ambiente che si battono contro il metanodotto Sulmona-Foligno e la centrale di Case Pente, nei pressi del cimitero sulmonese. «È una risoluzione doppiamente importante perché ha come interlocutori diretti sia il presidente della Regione che il governo» rileva Mario Pizzola «per gli ambientalisti. Con questo atto si ribadisce unanimemente la inequivocabile volontà della Regione di opporsi alla realizzazione di un'opera – metanodotto e centrale – che presenta elevate criticità sismiche e ambientali».

Federica Pantano

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