allarme di rsu e dipendenti

Micron, nuovo no agli esuberi

I lavoratori temono lo smantellamento di tutti i siti italiani

AVEZZANO. Le Rsu e i lavoratori Micron di Avezzano tornano a contestare le scelte della casa madre che «dichiara 419 esuberi ingiustificati sul territorio italiano presentando un conto salatissimo ai dipendenti ed alla collettività».

«La multinazionale americana», precisano in una lettera dal titolo “Eccellenze o eccedenze??”, «risulta in ottima salute con un fatturato di 4 miliardi di dollari e un utile di poco meno di 900 milioni generato solo negli ultimi 3 mesi. L'azienda produttrice di memorie, forse meglio conosciuta dal pubblico attraverso i marchi Lexar e Crucial, gode ed ha goduto di finanziamenti pubblici nonché del valido supporto di professionisti locali altamente specializzati».Secondo i lavoratori «ancora una volta si chiede un sacrificio enorme a un territorio estremamente penalizzato. L'azienda scarica sulla collettività le sue scelte strategiche noncurante dei contributi sia economici che professionali ricevuti nel corso degli anni. Esuberi ingiustificati di figure ad alta professionalità e con una lunghissima esperienza lavorativa. L'azienda si mostra inamovibile sulle procedure di licenziamento, nonostante il governo stesso abbia proposto soluzioni alternative ai licenziamenti». Nel sito di Avezzano sono 17 gli esuberi su 92 dipendenti. «È utile ricordare», precisano, «che ad Avezzano è stata decisala cassa integrazione e circa un'anno fa la cessione di una parte significativa dei dipendenti (circa 1600) dello stabilimento Micron alla compagnia franco-tedesca LFoundry. Quindi ancora "un tributo di sangue" richiesto alla collettività, teso probabilmente a rimpinguare le tasche di speculatori senza scrupoli oltreoceano, che hanno visto triplicare il valore delle proprie azioni nell'arco di circa un anno, raggiungendo quota 23 dollari.Dunque, continua il depauperamento del sito di Avezzano. Certo è veramente difficile capire come, con una compagnia che gode di una tale condizione finanziaria, con dipendenti oberati di lavoro ma dichiarati esuberi, sia necessario spostare interi gruppi in altre nazioni europee. Ancora più difficile comprendere perché non sia possibile continuare a mantenere i posti di lavoro qui ad Avezzano, considerato che si tratta di funzioni che non richiedono la localizzazione territoriale. Il dubbio è che la reale intenzione sia quella di smantellare tutte le sedi in Italia».