Mille sfollati, oltre cento edifici inagibili Il Comune pronto a requisire alloggi

Il dopo-terremoto. Completate le verifiche, nell’elenco anche strutture pubbliche e negozi.

SULMONA. Ultimate le verifiche post-terremoto sugli edifici cittadini. Il Comune è pronto a requisire gli immobili agibili e liberi per metterli a disposizione dei senza casa. In città sono 968 le persone che dal 6 aprile sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni inagibili; alcuni immobili necessitano di interventi significativi.

LE REQUISIZIONI. La zona più colpita dalle consegnuenza del sisma è il centro storico dove è concentrata la maggior parte di edifici inagibili. «È necessario garantire un ritorno alla normalità», afferma Enea Di Ianni, assessore alla Protezione civile, «a sette mesi dal sisma, non è più concepibile che intere famiglie vivano ancora in una stanza d’albergo. Stiamo valutando la possibilità, attraverso accordi con i proprietari, di requisire alloggi agibili e liberi. Non bisogna sottovalutare l’aspetto affettivo della situazione: molti anziani non vogliono allontanarsi dai loro quartieri». Non a caso la maggior parte degli sfollati, 691, ha deciso di sistemarsi in modo autonomo, mentre continuano a vivere in albergo in 130.

EDIFICI PUBBLICI. Dei 105 immobili totalmente inagibili (su 1.790 edifici ispezionati) alcuni sono edifici pubblici con il vincolo di bene monumentale della Soprintendenza, come il liceo Classico Ovidio in piazza XX Settembre, la storica chiesa di Santa Caterina, Palazzo Corvi e Casa Ginnetti. Difficile ipotizzare i tempi d’intervento. «In questo caso», riprende l’assessore alla Protezione civile, «la situazione è più complicata perché si devono seguire e rispettare articolate procedure».

CASE E NEGOZI. Tante le abitazioni e le attività commerciali (oltre una ventina) che hanno subìto le conseguenze del sisma con relativa ordinanza di sgombero. Per gli immobili parzialmente o temporaneamente inagibili (rispettivamente 57 e 210) il Comune sta accelerando i tempi per chiudere le pratiche per la richiesta degli appositi fondi messi a disposizione dalla Protezione civile. «Vogliamo gestire la situazione in maniera veloce e trasparente», riprende Di Ianni, «cittadini e imprese edili devono svolgere i lavori nel minor tempo possibile, non mancheranno da parte di Protezione civile e Comune serrati controlli e verifiche».

BEFFA DELLE BOLLETTE. Alcuni sfollati protestano per la consegna della bolletta Tarsu. «È inconcepibile», sostengono, «siamo da 7 mesi fuori casa e abbiamo ricevuto la bolletta dei rifiuti». Nelle scorse settimane, il Comune ha sollecitato i cittadini, che hanno ricevuto ordinanza di sgombero, a recarsi nell’ufficio tributi per mettere in atto la denuncia di variazione per il pagamento della Tarsu.