Mobbing sul lavoro Le vittime sono soltanto uomini

I primi dati dello sportello Asl: su 5 utenti nessuna donna Previsto un percorso di recupero e reinserimento

L’AQUILA. Allo sportello dell’Asl, per casi di mobbing sul lavoro, in appena 3 giorni di ambulatorio effettivo (complici le festività) hanno bussato solo uomini. Grande assente il gentil sesso che pure, in base alla casistica, sembrerebbe più vulnerabile sul piano delle angherie legate all’ambiente lavorativo. Al servizio, riattivato il 18 novembre 2015 e che per ora garantisce due giorni di visite al mese (il primo e terzo sabato non festivo) finora si sono rivolti 5 utenti.

Quattro appartengono alla pubblica amministrazione, uno lavora nel privato. I colloqui preliminari, sostenuti col medico di Medicina del lavoro, hanno subito fatto emergere negli utenti (ed è in parte comprensibile) remore psicologiche, timori e diffidenza all’atto di strappare i veli e affidarsi a personale medico specializzato. Quella sul mobbing da lavoro è una “sfida” messa in atto dall’Asl 1 che, senza risorse aggiuntive e basandosi sulla propria capacità organizzativa e sulla professionalità dei propri medici, ha riavviato un’attività che si muove su un terreno molto difficile e che va a scandagliare l’intimo universo di persone e famiglie coinvolte in situazioni assai delicate.

I primi 5 utenti che si sono rivolti allo sportello per mobbing da lavoro hanno seguito comportamenti differenti. Alcuni di loro hanno regolarmente intrapreso il percorso medico di recupero mentre altri, dopo il colloquio preliminare col medico, non si sono presentati alle visite successive. Probabilmente, a causa del pudore o di altre ragioni, non sono riusciti a oltrepassare l’ingresso del blocco L2B dell’ospedale San Salvatore, dove si trovano gli ambulatori, per raccontare la propria storia. Dei 5 utenti, con età tra i 48 e i 52 anni, 3 sono residenti nell’Aquilano, uno nella provincia di Pescara e un altro nel Molise.

Il servizio dell’Asl, gestito dal nuovo direttore, il professor Antonio Paoletti, è aperto a tutti i cittadini (quindi sia dipendenti pubblici sia privati) dell’Abruzzo e di tutte le regioni italiane. Le prenotazioni si possono fare di persona, recandosi al distretto sanitario di base più vicino, oppure al Cup telefonico: 800.862.862, chiamando dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13. Per prenotarsi occorre l’impegnativa del medico di famiglia, con la specifica richiesta del tipo di prestazione. Il percorso di riabilitazione prevede un colloquio preliminare (gratuito) col dottore di medicina del lavoro e due visite successive (per le quali si paga il ticket): la prima con lo psichiatra, all’interno del reparto diretto dal professor Alessandro Rossi, e la seconda con la psicologa Enrica Strippoli, la cui attività fa capo al dipartimento di salute mentale, diretto da Vittorio Sconci. Al termine delle valutazioni, il team medico dell’Asl stabilisce se effettivamente si tratta di mobbing causato dal contesto lavorativo e fissa percorso e misure da seguire per recuperare l’utente. Se invece la causa del disagio non dipende dal lavoro il soggetto viene comunque aiutato in altro modo dall’Asl.

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