delegazione alla rassegna col ministro sangiuliano 

Montereale alla Camera col canto a braccio

MONTEREALE. Da Montereale alla sala della Regina di Montecitorio. Il canto a braccio – tradizione che resiste all’usura del tempo nell’Alta Valle dell’Aterno e del Velino – è stato protagonista del...

MONTEREALE. Da Montereale alla sala della Regina di Montecitorio. Il canto a braccio – tradizione che resiste all’usura del tempo nell’Alta Valle dell’Aterno e del Velino – è stato protagonista del convegno “Poesia a braccio-Improvvisamente arte e tradizione” con esibizione di alcuni improvvisatori. Nella delegazione, guidata dal sindaco di Montereale Massimiliano Giorgi, il professore Marcello Patrizi, docente e poeta a braccio, e il cultore della materia Nando Giammarini. «Nella sede della Camera dei deputati», racconta Giammarini, «è stata data visibilità all’arte poetica estemporanea che affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Questa forma di tradizione orale, da difendere e riportare in auge, era l’unico passatempo dei pastori dediti al pascolo delle greggi in montagna. Rappresenta un’arte antica di grande interesse storico, un patrimonio culturale popolare, quindi autentico, da custodire e valorizzare».
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenuto al convegno con il deputato Paolo Trancassini, ha messo in evidenza «il valore della cultura popolare che significa autenticità e identità: valori da non disperdere». A seguire Trancassini ha aggiunto: «Il nostro obiettivo è di accendere i riflettori sull’improvvisazione poetica. Parliamo di una forma d’arte antica delle aree interne che rischia di cadere nel dimenticatoio e sarebbe un grave danno poiché essa rappresenta un patrimonio di conoscenza della nostra cultura». «Saranno stanziati 400mila euro per la salvaguardia dell'arte arte del canto a braccio», ha aggiunto Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, «e con la prossima legge sui beni immateriali sarà ancor più tutelata». L’antropologo Mario Polia ha evidenziato la necessità di «mettere in sicurezza la poesia a braccio». Essa, radicata nel mondo agropastorale, è una forma d’arte che narra le identità culturali e i valori delle comunità e dei territori di riferimento. I poeti estemporanei usano ancora oggi la stessa metrica dei grandi classici, l’ottava rima in endecasillabi, con obbligo di concatenamento. L’assessore alla Cultura di Rieti Letizia Rosati ha annunciato un festival nazionale del canto a braccio, in autunno, nel teatro Vespasiano della città sabina.