Morte all’asilo, al via altri interrogatori 

La procura sta sentendo gli indagati, sono saliti a sei: la perizia evidenzia una serie di carenze sulla sicurezza dell’immobile

L’AQUILA. Avviati altri interrogatori, da parte della procura dell’Aquila, per fare piena luce – e accertare eventuali responsabilità – sul tragico incidente nella scuola di Pile dove il 18 maggio dell’anno scorso una Volkswagen Passat si è sfrenata investendo un gruppo di bambini e causando la morte del piccolo Tommaso D’Agostino, 4 anni, e il ferimento di altri cinque alunni.
A B.R.Z., la 38enne che ha lasciato incustodita la vettura sfrenata, che ha travolto il cancello della scuola in via Salaria Antica Est, si sono aggiunti altri cinque indagati. Si tratterebbe di dirigenti e responsabili pubblici a cui era demandato il rispetto delle misure di sicurezza nell’asilo. La procura vuole velocizzare la conclusione delle indagini. Le ulteriori cinque iscrizioni nel registro degli indagati sono la conseguenza delle risultanze della perizia affidata al tecnico Cristiano Ruggeri e degli approfondimenti fatti dal sostituto procuratore Stefano Gallo che coordina l’inchiesta. Il pm accelera per chiudere l’inchiesta prima della prossima primavera. La Passat che aveva a bordo il figlio 12enne della donna, che era andata a riprendere i due gemelli nell’asilo, per cause ancora in via di individuazione ufficiale, è piombata sul cortile sfondando la rete di recinzione, non ancorata al muro ma a terra, che delimitava il giardino dove i bambini giocavano. L’immobile della scuola dell’infanzia di Pile, ora chiuso per essere ricostruito, risale a prima degli anni Ottanta: è di proprietà del Comune dell'Aquila e avrebbe avuto un intervento dopo il sisma del 6 aprile 2009. Da decenni la zona interna era adibita a parcheggio, non essendoci spazi al di fuori, cioè in una strada trafficata: ma senza segnali e norme che governassero il grande afflusso di auto dei genitori che andavano a riprendere i loro figli. Criticità messe nero su bianco nella perizia. La gestione era per così dire “mista”: nel piano terra c’era il nido (bambini da 0 a 3 anni), che è gestito dall’amministrazione comunale, mentre nel seminterrato, dove è successa la tragedia, c’era la materna (3-6 anni) la cui competenza è dell’Istituto comprensivo “Mazzini”. Intanto, in una nota, l’Ufficio scolastico regionale ha precisato che «nessun dirigente, né funzionario dell’Usr risulta indagato» nell’inchiesta della procura dell’Aquila. (r.rs.)
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