Morte sospetta, nuove indagini

Sulmona, il gip non archivia il caso dell’imprenditore Le Donne: impugnata la decisione della Procura

SULMONA. Il gip non archivia e dispone ulteriori indagini sul caso di Gianfranco Le Donne, imprenditore di Sulmona deceduto a 56 anni per un infarto. Nella vicenda è indagato un medico del pronto soccorso, M.C.C., accusato di non aver portato le necessarie cure al paziente e di aver quindi provocato il decesso dell’uomo. A decidere che la vicenda va ancora chiarita è stato il giudice Ciro Marsella, il quale ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero accogliendo l’istanza del difensore di parte civile, l’avvocato Catia Puglielli, che si era opposta affinché il caso fosse chiuso senza responsabilità. A chiedere di fare luce sulla morte di Le Donne erano stati i familiari. «Se fosse stato sottoposte a cure tempestive e portato in ospedale nostro padre non sarebbe morto», dicono i figli. Tutto è iniziato dall’improvviso malore che ebbe in piena notte l’imprenditore sulmonese molto conosciuto in città e nel circondario. Forti dolori al petto e conati di vomito che consigliarono i parenti ad allertare il 118 per il ricovero in ospedale. Arrivati in casa il medico del 118 visitò Le Donne che, secondo i parenti, era in stato confusionario e non era in grado, quindi, di prendere decisioni in merito a un suo ricovero in ospedale. Tanto più che i sintomi che accompagnarono il malore, sempre secondo i parenti, potevano essere ricondotti all'infarto. L'imprenditore rifiutò il ricovero e il personale del 118 tornò indietro senza il paziente che due giorni dopo fu colpito da un nuovo attacco al cuore che gli fu fatale. Una morte improvvisa che non fu accettata dai familiari, i quali a distanza di 8 mesi chiesero di far luce sul decesso e su eventuali responsabilità del medico che era intervenuto. Fu riesumata la salma e all'esito della perizia la Procura ha chiesto l'archiviazione del caso, decisione subito impugnata dai familiari.

Claudio Lattanzio

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