Morto a Roma, il ricordo degli amici

Attesa per gli esiti dell’autopsia. I funerali del giovane originario di San Giacomo potrebbero tenersi domattina

L’AQUILA. Un ragazzo sempre sorridente, precario come tanti suoi coetanei, ma con un sogno nel cassetto: diventare traduttore di romanzi. Questo era Armando Capannolo, il giovane originario di San Giacomo trovato senza vita nel suo letto due giorni fa a Roma. A portarlo via, da un momento all’altro, nella sua casa nella capitale, è stata probabilmente una meningite fulminante, ma sarà l’autopsia, attesa per oggi, a stabilire la verità. Trentun anni, diploma di maturità classica, due lauree, una in Scienze politiche conseguita a Roma e l’altra in Traduzione e interpretazione all’università Luspio, una carriera universitaria costellata di borse di studio, una serie di collaborazioni con case editrici come traduttore e anche una collaborazione con una cattedra di traduzione dal tedesco all’italiano alla Libera Università degli Studi di Roma San Pio V.

Un ragazzo «prodigio» e dalla «straordinaria intelligenza, che rideva moltissimo e non si abbatteva mai», raccontano i suoi amici, sconvolti per la perdita di «San», come lo chiamava chi gli era più vicino. Anche se si era trasferito a Roma già dai tempi dell’iscrizione all’università, oltre dieci anni fa, all’Aquila tutti lo ricordavano con affetto. Il 24 dicembre Armando non si era fatto mancare un bicchiere di Montepulciano e una fetta di pane e olio alla cantina del Boss, per l’aperitivo della Vigilia.

Sempre su Facebook amici e compagni di scuola e di università preparano l’ultimo saluto al giovane traduttore. «Carissimi amici», scrive Francesca Giammaria, compagna di viaggio di Armando, perché con lui ha convissuto tre anni condividendo spese e speranze per un futuro di stabilità a Roma, «lasciamo un dono al nostro angelo che è volato via senza fare rumore, nel silenzio della notte, senza disturbare, come solo lui poteva fare». «Vorrei che ci riunissimo al cimitero», aggiunge, «per lasciargli un sorriso». Prima di rientrare all’Aquila, la salma del ragazzo, che ancora si trova all’ospedale Umberto I della Capitale, sarà salutata con un rito laico a Roma. Poi rientrerà all’Aquila, dove probabilmente già domani si terrà il funerale. Studente modello fin dal liceo, Armando si era diplomato col massimo dei voti, incominciando subito a inseguire il sogno di diventare traduttore. «Per vivere faceva anche il cameriere», racconta Francesca.

Tra i lavori più importanti di Armando la traduzione e l’edizione di «Parole di plastica» di Uwe Pörksen per l’editore Textus. «Leggeva tanti romanzi», ricorda, «ma non gli piaceva fare sport». Ora gli amici aspettano che Armando torni per l’ultimo saluto.

Marianna Gianforte

©RIPRODUZIONE RISERVATA