Morto nella roulotte, un indagato

Nei guai chi ha venduto il mezzo nel quale Tursini passava la notte.

L’AQUILA. E’ scattata l’inchiesta dopo la morte di Alfonso Tursini, 64enne di Paganica, morto l’altra notte in seguito alle esalazioni di monossido di carbonio prodotte da una stufetta a gas utilizzata nella roulotte dove dormiva con la moglie.

AUTOPSIA. Questa mattina, infatti, si svolgerà l’autopsia per avere la certezza sulla correlazione tra la morte di Alfonso Tursini ex capitano della squadra di rugby di Paganica e le esalazioni e se ci sono altre eventuali concause. L’esame si farà nell’obitorio dell’ospedale di Teramo. Un avviso di garanzia tecnico, per omicidio colposo, è stato recapitato alla commerciante, una donna di 35 anni, P.G., che avrebbe venduto la vecchia roulotte a Tursini. La donna, che è assistita dall’avvocato di fiducia, Fabio Alessandroni, è stata chiamata in causa ma non per questo ci sono indizi di particolare peso nei suoi riguardi. Nei prossimi giorni, comunque, l’avvocato della famiglia Tursini, Luciano Bontempo, presenterà alla procura della Repubblica una richiesta di incidente probatorio al fine di chiarire in modo definitivo se dalla stufa ci sono state perdite di gas che possono essere state letali. La roulotte era posizionata in giardino dell’abitazione, in via Madonna d’Appari, definita agibile, di categoria A, in seguito a delle verifiche disposte dalla Protezione civile. Una valutazione che non aveva mai convinto i coniugi, entrambi spaventati dalle crepe sulla terra che, durante il sisma, si erano prodotte a pochi metri dalla loro casa.

LA MOGLIE. E’ stata trasferita all’ospedale di Sulmona, nel reparto di Rianimazione, la moglie di Tursini, Vincenzina Sorbo, 63 anni, intossicata insieme al marito. Dopo essere stata ricoverata al Policlinico Umberto I di Roma e sottoposta a terapia in camera iperbarica, ieri è stato deciso per lei il trasferimento nella struttura abruzzese per continuare la terapia in atto, anche in considerazione del fatto che quella di Sulmona è considerata una delle divisioni di rianimazione più attrezzate della regione. «La situazione è ancora molto critica», ha dichiarato il primario del reparto, Gianvincenzo D’Andrea, «nelle prossime ore continueremo la terapia iniziata a Roma, per poi proseguire somministrando alla paziente una miscela arricchita di ossigeno senza l’utilizzo della camera iperbarica».

PAGANICA. Intanto a Paganica ci sono proteste innescate dalla tragedia e che fanno perno sul fatto che molti ritengono che i problemi sismici nella frazione siano stati sottovalutati. Se ne fa interprete il consigliere di circoscrizione, Tonino Ferella, con un lungo intervento. «Ci voleva il morto» scrive, «per fare in modo che ci sia la consapevolezza di quello che sta accadendo a Paganica. Ovvero che la zona di Santa Croce sta in mezzo a una bufera sismica ma tutti fanno finta di niente. Non è possibile che l’abitazione dell’amico Alfonso morto nella roulotte per paura di rientrare a casa sia stata considerata agibile mentre tutte le altre case della zona siano state classificate E, per il pericolo della faglia che insiste sotto le case». «Il 28 ottobre», prosegue, «attendevamo la relazione geologica e lo studio di una microzonizzazione del nostro territorio ma è stata rinviata a data da destinarsi. Qui si sta giocando sulla pelle della gente e non siamo più disposti ad aspettare». «Vogliamo chiarezza e responsabilità», aggiunge, «da parte di tutte le istituzioni preposte alla ricostruzione. E se necessario si trovi un altro sito per la localizzazione dell’intera area. Invito il sindaco Massimo Cialente e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso a venire a verificare di persona quanto sta accadendo nella nostra zona».