Mutilato dal petardo, pirotecnico nei guai 

Rinviato a giudizio il titolare di un’azienda: un bimbo di 11 anni ha perso una mano dopo aver raccolto un botto inesploso

ROCCA DI BOTTE. È accusato di aver lasciato dei petardi inesplosi in un terreno vicino al campo sportivo dopo una festa. Un bambino di Camerata Nuova, paese in provincia di Roma al confine con l’Abruzzo, ne aveva raccolto uno perdendo la mano a causa dell’esplosione. Il titolare dell’azienda pirotecnica, Antonio Orzella, 47 anni, di Subiaco, è stato rinviato a giudizio con diverse accuse, tra cui lesioni gravi colpose. Nel corso delle indagini era stato accusato anche di reati minori come inefficienza nella pulizia ed esercizio abusivo della professione a causa della licenza intestata al padre scaduta. I fatti risalgono a settembre 2016 quando il bambino di 11 anni, con altri ragazzini, stava giocando in quell’area. Secondo la ricostruzione, raccolse da terra un petardo inesploso nella zona del campo sportivo del paese e ci fu una esplosione. Fu soccorso dal 118 e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano. L’elisoccorso, intervenuto per la gravità delle ferite, non riuscì ad atterrare a causa del maltempo. Dopo il ricovero, i medici furono costretti ad amputargli una mano. Furono avviate le indagini dei carabinieri per chiarire la dinamica dell’accaduto e fu sequestrata anche l’area dell’esplosione. Durante i rilievi tecnici venne accertato che in quell’area c’erano ben 59 petardi inesplosi. I genitori del piccolo, assistiti dall’avvocato Nello Serchia per lo studio Coppi di Roma, si costituirono parte offesa. Finì sotto indagine il 47enne di Subiaco quale referente dell’azienda di fuochi d’artificio che aveva preparato l’evento in occasione della festa patronale del paese. A distanza di due anni c’è stato il rinvio a giudizio del presunto responsabile dell’incidente e si è tenuta la prima udienza davanti al giudice del tribunale di Avezzano. Si procederà, con ogni probabilità, anche a una richiesta di risarcimento per il danno subìto dal bambino. È questa l’intenzione dei legali che assistono i familiari del bambino. (p.g.)
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