Nessuna corruzione: assolto Corridore 

«Il fatto non sussiste»: i giudici della Corte d’Appello scagionano l’ex dirigente comunale e un imprenditore trevigiano

L’AQUILA. «Nessuna corruzione: il fatto non sussiste». Con la più ampia formula i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno assolto l’ex dirigente comunale Mario Corridore (73 anni) e l’imprenditore trevigiano Gianni Tasca (titolare di una ditta impegnata nella ricostruzione) dall’accusa di corruzione.
Ribaltato il verdetto del tribunale, che in primo grado aveva inflitto tre anni di reclusione a ciascuno dei due imputati. Lo stesso tribunale, il 13 luglio 2021, aveva contestualmente assolto l’ingegnere Ilaria Corridore, figlia di Mario, scagionandola dall’accusa di concorso nella corruzione. Corridore è stato assistito dall’avvocato Francesco Camerini. La vicenda giudiziaria – che nulla aveva a che fare con l’operato di Corridore al Comune – risale al 2016 e riguarda l’aggiudicazione dei lavori di ricostruzione di un condominio di cui l’imputato era amministratore, dunque incaricato di un pubblico servizio. L’appalto, per l’accusa, sarebbe stato «pilotato».
Le indagini della Guardia di Finanza avevano portato al sequestro preventivo della somma di 264mila euro nei confronti di due dei tre indagati, finalizzato alla confisca per equivalente. Il tribunale del Riesame aveva accolto la richiesta degli avvocati difensori degli allora indagati di dissequestrare la somma e sulla vicenda si era espressa anche la Corte di Cassazione, confermando il dissequestro in piena adesione alle istanze della difesa.
Gli avvocati, che hanno interposto appello avverso la sentenza di primo grado, avevano sempre ritenuto insussistente la fattispecie della corruzione rispetto a com’era stata ricostruita dalle indagini portate avanti dalle Fiamme gialle, compresa l’ipotesi dello sconto sui lavori per un altro cantiere.
Parallelamente alla vicenda giudiziaria si è sviluppata quella della mancata ricostruzione dell’immobile finito nel mirino, che si trova fuori Porta Napoli. Al momento, a 15 anni dal terremoto, l’edificio (che prima del sisma ospitava 21 condomini) è stato abbattuto ed è stato nominato un commissario.
Nel frattempo, tra un cambio di normativa e l’altro, si rischia ora di dover pagare un nuovo progetto.(cr.aq)