Niente letti, odissea in 5 ospedali

Anziana in ambulanza per quattordici ore tra l'Abruzzo e il Molise

CASTEl DI SANGRO. Quattordici ore per un letto in ospedale. È quanto capitato ad un'anziana nella notte tra il 4 e 5 agosto. Il tragitto: Castel del Giudice, Isernia, Sulmona, facendo una breve deviazione per Castel di Sangro, interrotta strada facendo per mancanza di posti letto. La denuncia arriva dal figlio della malata.

«Oddisea appenninica» scrive il presidente dell'Auser Abruzzo Nicola Zaccardi a capo della lunga lettera indirizzata al Centro.  La brutta avventura ha inizio alle 23 di mercoledi 4 agosto. «Siamo a Castel del Giudice, zona di confine Abruzzo-Molise, dove le contraddizioni in campo sanitario si sommano. Mia madre, 86 anni, ha accusato un malore e il medico della casa alloggio per anziani ha contattato il 118» scrive Zaccardi presidente dell'associazione impegnata sull'invecchiamento attivo e la crescita del ruolo degli anziani nella società.

«Dopo mezz'ora» prosegue «arrivano l'ambulanza e il medico del 118 consiglia il ricovero, ma esclude Agnone perché non c'è il cardiologo». L'ambulanza parte quindi per il pronto soccorso di Castel di Sangro, ma durante il tragitto si ferma: da Castello fanno sapere che non c'è posto. Quindi si va a Isernia. Zaccardi prova a chiedere di portare la madre a Sulmona. La risposta è negativa: «Non hanno l'autorizzazione. Arriviamo a Isernia intorno all'una di notte» prosegue il figlio dell'anziana. La donna viene adagiata su un letto del pronto soccorso dove resta fino alle 13 del giorno dopo, quando al figlio viene comunicato che si cerca un posto a Venafro. Zaccardi insiste per portare la madre a Sulmona dove, tra l'altro, risiede.

Dopo aver verificato la disponibilità la malata viene trasferita, superando l'ultimo ostacolo: l'ambulanza non può uscire fuori Regione. Il figlio dell'anziana, allora, con grande disappunto carica la madre in macchina e parte alla volta di Sulmona. Dopo due ore e mezza l'anziana viene sistemata in un letto. Zaccardi sottolinea l'abnegazione del personale sanitario coinvolto in uno stato di cose oggettivamente difficili, ma denuncia: «Gli ospedali di Agnone e Castel di Sangro, da piano sanitario, sono a rischio chiusura nonostante coprano l'area più disastrata delle zone interne di Abruzzo e Molise. Chiudere questi presidi significa assestare un volontario colpo mortale alla residua popolazione con rischio di estinzione della specie umana dai territori».

Vani i tentativi di contattare il direttore sanitario di Castel di Sangro che ieri si è reso irreperibile per chiedere perché un pronto soccorso non accoglie un'emergenza. «Entrambe le Regioni non hanno affrontato i veri nodi del deficit sanitario. Più volte abbiamo denunciato che bisogna tagliare gli sprechi. E non tagliare alla cieca penalizzando i territori più deboli»conclude Zaccardi. I grandi ospedali distano circa 50 km l'uno dall'altro. Un'ora di viaggio d'estate. Molto di più in inverno con l'insidia di ghiaccio e neve sulle strade.

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