Niente mobilità in deroga lavoratori senza sussidio

Nuova tegola si abbatte su chi ha perso il posto: migliaia di casi in provincia Fiammata (Cgil): «Fatto gravissimo, disoccupati colpiti nel disinteresse generale»

L’AQUILA. Stop alla mobilità in deroga, a partire dalle richieste inoltrate ad agosto. Il provvedimento interessa migliaia di lavoratori in provincia, che stanno ricevendo la comunicazione in questi giorni dal Dipartimento sviluppo lavoro e formazione della Provincia. Lo stabilisce un decreto interministeriale, non di facile interpretazione, datato 1 agosto 2014, e lo ribadisce una circolare del ministero del Lavoro del 19 settembre. E mentre il Cicas, Comitato abruzzese d’intervento sulle crisi aziendali e di settore, a settembre aveva lasciato aperte alcune porte, la Regione a ottobre ha dichiarato cessato il trattamento. Questo nonostante il decreto lasciasse alle Regioni la possibilità di intervenire autonomamente, con propri fondi o risorse provenienti dall’Ue. Risultato: lavoratori a casa senza soldi.

A chiarire la situazione è il sindacalista Cgil Luigi Fiammata, che sottolinea anche il silenzio del Cicas, a oggi, sulla vicenda. «In Abruzzo, tra il primo agosto e il 19 settembre, e cioè l’8 settembre, si riunisce il Cicas, deliberando che possono ancora fruire del trattamento di mobilità in deroga coloro che non abbiano raggiunto i 3 anni e 8 mesi di trattamento, o i 3 anni e 10 mesi di trattamento, a seconda di particolari condizioni individuali. Delibera inoltre che possono usufruire di mobilità in deroga, dall’1 settembre al 31 dicembre, tutti i lavoratori che per la prima volta chiedano il trattamento, essendo privi degli strumenti ordinari di ammortizzazione sociale. Quest’ultima norma pone immediatamente problemi interpretativi, visto che sembrerebbe escludere, per l’Inps, tutti coloro i quali, avendo usufruito di un periodo di indennità di disoccupazione, provenendo da un lavoro che abbiano svolto per almeno 12 mesi, lo abbiano concluso dopo l’1 settembre. Ad esempio, per L’Aquila, tutti i lavoratori provenienti dalla chiusura della clinica Sanatrix. Sembrerebbe, quindi», aggiunge Fiammata, «che il Cicas abbia deliberato che il trattamento di mobilità in deroga possa continuare a essere erogato per tutti quelli che già ne usufruivano (ma con limite temporale massimo) e, limitatamente agli ultimi tre mesi del 2014, per tutti quelli che non abbiano altri strumenti di ammortizzazione di cui poter usufruire. Ma arriva la circolare interpretativa del ministero e l’1 ottobre la Regione, in risposta ai quesiti interpretativi del Centro per l’impiego, dichiara cessato il provvedimento, a far data dal 4 agosto». Secondo Fiammata «la fine della mobilità in deroga, per via “burocratica”, è un fatto gravissimo. Legato all’assenza di risorse disponibili, nazionali e regionali, ma anche alla scarsa considerazione nei confronti di chi abbia perso il lavoro. È una sua colpa, e da solo deve risolvere il problema. Anzi, liberalizzando ancora di più le regole del mercato del lavoro, togliendo ogni residua tutela, il problema della disoccupazione dovrebbe risolversi. Come se oltre 30 anni di deregolamentazione in questo senso», conclude il sindacalista, «non avessero dimostrato che avere meno regole non vince la disoccupazione, ma l’aumenta».

Romana Scopano

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