«Nostro figlio disabile dopo due vaccini» 

I genitori fanno causa a Ministero e Agenzia del farmaco. Il consulente del tribunale: elevata probabilità di correlazioni

AVEZZANO. «Nostro figlio disabile dopo due vaccinazioni». I genitori del piccolo M., 6 anni il prossimo ottobre, hanno intentato una causa contro il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco, chiedendo un risarcimento di 1 milione di euro. Il giudice del tribunale di Avezzano, Antonio Stanislao Fiduccia (sezione lavoro e previdenza), ha disposto una perizia medico-legale – già eseguita – e fissato l’udienza al 23 giugno 2020 per l’emissione della sentenza.
La relazione di consulenza tecnica porta la firma della dottoressa Ilaria Agnifili, specialista in medicina legale e delle assicurazioni.
Il caso fa riferimento alle vaccinazioni esavalente (antipolio, difterite, tetano, epatite B, pertosse e Haemophilus B) e pneumococcica a cui si era sottoposto il piccolo paziente, la prima il 2 gennaio e la seconda il 4 marzo 2014 nel distretto sanitario di base di Avezzano. Bambino al quale, successivamente all’insorgere di svariati disturbi, è stata diagnosticata una tetraparesi ipertonico distonico e ritardo psicomotorio in soggetto con atrofia cerebrale e cerebellare. Il piccolo ha un’invalidità del 100%.
Secondo i genitori, assistiti dall’avvocato Berardino Terra dell’omonimo studio avezzanese, c’è una correlazione tra le somministrazioni e le lesioni e le infermità, tanto più che prima delle vaccinazioni, come attesterebbero video e certificati medici, il piccolo M. godeva di ottima salute.
Così la dottoressa Agnifili nella sua relazione medico legale in risposta ai quesiti del magistrato: «Partiamo da un presupposto scientifico basato sul fatto che i benefici delle vaccinazioni superano di gran lunga i rischi e in assenza dei vaccini i danni o i decessi causati dalle malattie prevenibili sarebbero molti di più; i danni gravi o i decessi causati dai vaccini riguardano un caso su moltissimi vaccinati».
Nel caso del bimbo di Avezzano, la Agnifili, che cita anche i dati Aifa sulle reazioni avverse ai vaccini, evidenzia: «È ipotizzabile con elevata probabilità che, nel caso di specie, vi furono manifestazioni cliniche, come descritte dallo specialista neuropsichiatra nel maggio 2014, in assenza di altre cause evidenti, nei tempi compatibili con un grave danno neurologico da co-somministrazione di vaccini in seconda dose, nel rispetto del criterio cronologico del nesso di causalità. In assenza di elementi probanti che dimostrino il contrario, è verosimile ipotizzare, con un criterio di elevata probabilità, che la patologia in questione, sia intimamente correlata alle somministrazioni di vaccini del 2 gennaio e del 4 marzo 2014».
Il piccolo paziente è stato sottoposto anche all’accertamento del Mineral test il 16 marzo 2017, come da denuncia dei genitori (con prelievo e analisi di alcuni capelli), ove «vengono riscontrate nell’organismo rilevanti eccessi di metalli pesanti contenuti proprio dalle vaccinazioni di cui sopra che hanno determinato le invalidità psico-fisiche del minore e infatti nella stessa si legge: dall’esame effettuato si evidenzia eccesso di piombo, alluminio, arsenico, antimonio, argento, titanio, uranio e palladio».
«Il nostro bambino», raccontano i genitori attraverso il loro legale Berardino Terra, «godeva di ottima salute fino al periodo immediatamente precedente la somministrazione dei vaccini e il decorso postnatale si è svolto senza alcuna complicazione e infatti è cresciuto regolarmente».
Nella denuncia anche una consulenza di parte medico-legale eseguita dal professor Mauro Arcangeli.
Evidenzia l’avvocato Terra: «Anche il tribunale di Avezzano e numerosi tribunali e Corti dell’intero territorio nazionale, analizzando vicende analoghe, hanno più volte accertato come possa sussistere nesso di causalità materiale e giuridico tra le vaccinazioni e le invalidità permanenti da queste provocate a un minore e ciò alla luce del corteo sintomatologico del bambino insorto subito dopo le vaccinazioni».
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