Nove anni di carcere allo stalker seriale 

Pugno duro del giudice nei confronti di Stefano Di Gregorio condannato per aver terrorizzato la sua ex e altre donne

L’AQUILA. Nove anni di carcere, più di quanto aveva chiesto la Procura per la quale Stefano Di Gregorio, stalker seriale, doveva essere condannato a sei anni di prigione. Questa la dura sentenza del giudice monocratico, Adolfo Di Zenzo, pronunciata dopo una lunga camera di consiglio. Il giudice, con questo verdetto, ha superato la controversa questione sulla incapacità di stare in giudizio andando incontro alla richieste del pm e della parte civile rappresentata dall’avvocato Maria Teresa Di Rocco. Le contestazioni, per le quali il 40enne imputato venne arrestato dalla polizia, sono molteplici. Lo stalker non aveva terrorizzato solo l’ex fidanzata e i suoi parenti. Stefano Di Gregorio, per l’accusa, aveva reso la vita impossibile anche ad altre persone: in particolare due donne.
Dovunque andasse creava problemi a coloro che incontrava. Come, per esempio, nei riguardi di una operatrice del call center nel quale l’imputato aveva lavorato o di una volontaria di un’organizzazione che si occupa del trasporto malati dove l’uomo è stato nello staff per una settimana. Ma riusciva ad addossare quegli atti contro le donne, tramite la sua indiscussa competenza informatica, alla ex e ai suoi familiari, in modo da tenerli sempre sulle spine. I reati cointestati sono atti persecutori, calunnia e sostituzione di persona anche nei confronti di una ragazza del call center: da due distinte utenze telefoniche inviò a lei frasi ingiuriose che sembravano opera della sua ex fidanzata. Le minacce più forti sono sempre quelle ai danni della sua ex. Per terrorizzarla, visto che lavorava in una scuola a Bazzano, aveva annunciato per tre volte la presenza di una bomba nei locali. E la scuola è citata, per l’appunto, in uno dei messaggi minatori da lui inviati il 20 novembre 2014. Il suo legale, Fabio Alessandroni, ricorrerà in appello.
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