la vertenza con l’asl 

Nuclei di cure primarie: diffida e ricorso al Tar

L’AQUILA. «Nonostante la mobilitazione portata avanti dalle parti sindacali da almeno due anni, l’Asl 1 non ha ancora adottato, a oggi, alcuna misura volta a impedire la sostanziale chiusura dei...

L’AQUILA. «Nonostante la mobilitazione portata avanti dalle parti sindacali da almeno due anni, l’Asl 1 non ha ancora adottato, a oggi, alcuna misura volta a impedire la sostanziale chiusura dei nuclei di cure primarie nella provincia».
Lo affermano la Cgil provinciale, la Federazione italiana dei medici di medicina generale Fimmg, il Sindacato medici italiani Smi, l’associazione nazionale Lotta alle discriminazioni Anlod e la Federconsumatori Abruzzo. «Invero, mentre le altre Asl della Regione Abruzzo procedono regolarmente a sostituire i medici che, di volta in volta, vanno in pensione, nella provincia dell’Aquila non si effettua alcun cambio, generando una sperequazione a danno del territorio provinciale aquilano. Inoltre, il depotenziamento e il definanziamento dell’attività del personale infermieristico e di segreteria impiegato nei Nuclei di Cure Primarie determina inevitabilmente un abbassamento degli standard qualitativi e quantitativi del servizio h12 finora garantiti alla collettività, mettendo altresì a rischio i livelli occupazionali e salariali. Per l’effetto, si sono unite alla mobilitazione, sottoscrivendo la diffida, anche altre associazioni, che si occupano dell’informazione e della tutela dei consumatori e degli utenti, nonché della promozione della parità e della rimozione di qualsiasi forma di discriminazione. Quindi, non essendo pervenuta alcuna risposta in merito dall’Asl1, come già anticipato nel corso della conferenza stampa nella sede storica della Cgil, in via del Crocefisso 9, ad opera del segretario provinciale di Fimmg, Vito Albano, del segretario provinciale di Smi, Guido Iapadre e del segretario generale della Cgil dell’Aquila, Francesco Marrelli, ieri è stata notificata all’ufficio protocollo generale dell’Asl1 la diffida necessaria all’avvio della class action amministrativa».
«In altre parole, posto che la condotta dell’Asl determina un sostanziale arretramento dei livelli di assistenza che inficia la continuità e lo standard quantitativo e qualitativo del servizio sanitario di base, nonché la penalizzazione dell’utenza anche in ragione dell’età e di una eventuale disabilità della stessa, in totale spregio dei princìpi vigenti in ambito nazionale e sovranazionale, è stata avviata una class action amministrativa a tutela dei cittadini e delle cittadine della provincia dell’Aquila, finalizzata al ripristino del corretto svolgimento della funzione dei Nuclei di Cure Primarie e alla corretta erogazione del servizio h12 assicurato dagli stessi Nuclei. E infatti, se l’Asl non darà le risposte volte a risolvere la questione della sostanziale e imminente chiusura dei Nuclei entro e non oltre 90 giorni, si procederà con il successivo deposito del ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria.
Ricorso che può essere eventualmente proposto solo dopo la preventiva diffida all’amministrazione, diretta al ripristino delle situazioni violate. Si chiederà l’audizione in Commissione Sanità e Vigilanza e Controllo della Regione per riattivare le corrette (e auspicabilmente) fruttuose interlocuzioni dirette alla soluzione del caso».