Nuovo municipio, quattro arresti

Il Riesame decide i domiciliari per Ridolfi, De Sanctis, Santoro e Mascitti, i legali hanno 10 giorni per il ricorso in Cassazione

AVEZZANO. Arresti domiciliari ai quattro indagati per la presunta truffa del nuovo municipio. Il colpo di scena è arrivato ieri dopo l'udienza davanti al Tribunale del riesame che ha accolto il ricorso del pubblico ministero, Maurizio Maria Cerrato, nei confronti del tecnico comunale Massimo De Sanctis, dell'ex assessore comunale e attuale consigliere, Vincenzo Ridolfi, del professionista Paolo Santoro e dell'imprenditore Goffredo Mascitti, tutti accusati di truffa aggravata per i lavori di realizzazione della megastruttura prevista dal contratto di quartiere.

La corte presieduta da Giuseppe Romano Gargarella e composta dai giudici Billi e Buccella ha recepito quasi totalmente le richieste del pm che aveva chiesto l'arresto in carcere per Mascitti e Santoro e i domiciliari per l'esponente politico di centrodestra e per il tecnico comunale. Il giudice per le indagini preliminari, dopo la richiesta di arresto della Procura di Avezzano, aveva concesso misure restrittive minori ai quattro indagati. Santoro non poteva esercitare l’attività di ingegnere, il dirigente dell’ufficio tecnico, De Sanctis, era stato sottoposto alla sospensione temporanea di pubblico ufficio e l’imprenditore Goffredo Mascitti non poteva esercitare la sua attività lavorativa. Tutte restrizioni poi annullate dal Tribunale del riesame. Nei confronti del consigliere di maggioranza, Ridolfi, rimaneva ancora il divieto di dimorare nel Comune di Avezzano. Fino a ieri mattina quando c'è stato il pronunciamento del gip di Avezzano, Paolo Andrea Taviano, che ha disposto anche in questo caso l'annullamento del provvedimento restrittivo. Secondo il gip, infatti, le esigenze cautelari sono scemate perché le accuse nei confronti dell'ex amministratore, riguardano la sua qualifica all'epoca dei fatti (2008), quando era assessore all'Urbanistica. Ruolo che ormai non ricopre più da anni. Inoltre il tempo oramai trascorso dall'esecuzione della misura cautelare è di oltre un mese. Per il giudice, infine, sono venute meno le esigenze cautelari perché il pericolo di inquinamento delle prove nel corso delle indagini non sussiste perché il pm ha depositato richiesta di giudizio immediato con la conseguente chiusura delle indagini. Un provvedimento, quello del gip, superato di fatto, insieme a quelli relativi agli altri tre indagati, dalla decisione del Tribunale del riesame. Ora i difensori avranno dieci giorni di tempo per presentare di nuovo ricorso prima che la decisione del tribunale dell'Aquila diventi esecutiva. L'avvocato Domenicantonio Angeloni ha contesto il provvedimento definendolo «infondato visto che non ci sono né gravi indizi di colpevolezza, né esigenze cautelari», aggiungendo che «non è esecutivo visto che l'ultima parola spetterà alla Cassazione». Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Domenicantonio Angeloni, Attilio Cecchini, Vittoriano Frigioni, Herbert Simone, Mario Petrella e Roberto Verdecchia.

L’inchiesta mira a fare luce sui lavori per il nuovo municipio, i cui costi sono lievitati (da cinque a quasi 10 milioni di euro) per una variante in corso d’opera. (p.g.)

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