Ocre, i carabinieri sventano il suicidio di un 42enne

L'uomo era partito da Anzio annunciando al suo medico che l'avrebbe fatta finita. L'allarme lanciato dalla madre: le ricerche condotte tra i boschi anche da militari fuori servizio che, dopo aver avvistato la macchina, lo hanno bloccato e disarmato

OCRE. Sventato un suicidio da parte dei carabinieri. E' accaduto ieri a San Martino di Ocre (L'Aquila), dove un 42enne di Anzio (Roma), si era appartato dopo che il giorno prima aveva fatto perdere le proprie tracce, inviando un sms ad un medico specialista che lo aveva in cura dal tenore a dir poco preoccupante. L'uomo infatti aveva partecipato al suo terapeuta di essere stato licenziato dal lavoro, di essere andato via di casa e lo pregava di avvisare la madre convivente affinchè si prendesse cura del suo cane. Vane si rivelavano a questo punto le ricerche della madre presso parenti e amici, nella speranza di rintracciare il figlio, così come vani risultavano i tentativi di contattarlo sul suo cellulare, che squillava senza avere risposta. A questo punto la donna decideva di sporgere formale denuncia al Commissariato in modo tale da attivare immediatamente le ricerche del caso. Da una prima ricostruzione dei fatti emergeva come il giovane scomparso, dipendente di una clinica privata, prima di far perdere definitivamente le proprie tracce a bordo della sua Seat Ibiza di colore rosso, aveva avuto un forte alterco con i colleghi di lavoro, tanto che in preda al rancore aveva manifestato loro l’intenzione di suicidarsi.
Immediate sono scattate le ricerche del giovane, che grazie alle coordinate fornite dal suo telefono cellulare rimasto acceso, veniva sì localizzato, ma in un’area geografica piuttosto ampia, tra Rocca di Mezzo e San Demetrio ne’ Vestini. A questo punto l’Arma aquilana attivava tutte le sue risorse sul campo, pattugliando palmo a palmo la zona interessata, che diventa molto impervia nella parte a ridosso delle montagne. Dopo appena un’ora di ricerche, due militari liberi dal servizio a bordo di mezzo privato, rispettivamente della stazione carabinieri di Rocca di Mezzo e dell’Aliquota Radiomobile di L’Aquila, che benché non in orario di lavoro avevano deciso di concorrere nelle ricerche, rintracciavano il giovane a bordo della sua Ibiza a San Martino D’Ocre, frazione del Comune di Ocre, su una piazzola sterrata a margine della strada provinciale 38 Vestina. Gli accertamenti nel frattempo eseguiti sul conto del giovane facevano ritenere altamente probabile che lo stesso potesse portare con sè armi e che volesse suicidarsi proprio mediante l’utilizzo di una delle 4 armi – 2 fucili e 2 pistole – dallo stesso regolarmente denunciate e detenute.  Nel frattempo non era stato possibile nemmeno sincerarsi dell’ammanco eventuale di armi presso l’abitazione del 42enne, in quanto le stesse erano riposte in un armadio a muro blindato, le cui chiavi verranno poi rinvenute nella sua disponibilità. I militari liberi dal servizio venivano nel frattempo raggiunti dai colleghi della gazzella in turno del Radiomobile di L’Aquila e insieme, adottando tutte le cautele del caso, si avvicinavano al mezzo. In particolare, al fine di garantire l’effetto sorpresa ed evitare che il giovane potesse fare gesti inconsulti alla vista delle uniformi, i militari in abiti civili a bordo del proprio mezzo privato, simulando un passaggio casuale sul posto, provvedevano una volta affiancato il mezzo,  a bloccare immediatamente il giovane, mentre i colleghi in divisa giungevano immediatamente dal retro del mezzo garantendo la sicurezza degli operanti e del giovane stesso. La professionalità dei militi e lo stratagemma utilizzato si rivelavano fondamentali per la buona riuscita dell’intervento: il giovane, che piangeva a dirotto, aveva tra le gambe uno zaino aperto con all’interno la sua pistola marca Colt calibro 45, con il colpo in canna e il grilletto armato, pronta a fare fuoco. Solo la velocità d’intervento dei militari evitava il peggio, quanto ormai l'uomo era in procinto di farla finita: dopo essere stato tranquillizzato dagli stessi militari e riportato alla calma, veniva trasportato, con l’ausilio di personale 118, all'ospedale San Salvatore di L’Aquila, dove veniva ricoverato e sottoposto alle cure del caso. Nel caricatore dell’arma c'erano altri 6 proiettili, e nel cassetto porta oggetti dell'auto venivano rinvenuti ulteriori 37 colpi calibro 45 e un ulteriore caricatore della stessa pistola contenente altri 7 colpi. All’interno della tasca del giubbotto del giovane, i militari rinvenivano anche un coltello a serramanico di tipo Cecoslovacco. Le armi rinvenute, così le altre legalmente detenute nell’abitazione dell'uomo, sono state tutte precauzionalmente ritirate.