Ofena, protesta degli operai della cava

OFENA. Gli operai della cava comunale di Ofena sono preoccupati per il loro posto di lavoro. Venti giorni fa infatti la Procura dell’Aquila ha posto i sigilli all’impianto a causa di presunte...

OFENA. Gli operai della cava comunale di Ofena sono preoccupati per il loro posto di lavoro. Venti giorni fa infatti la Procura dell’Aquila ha posto i sigilli all’impianto a causa di presunte irregolarità. I concessionari della cava hanno già presentato ricorso contro la decisione della magistratura sostenendo di aver osservato tutte le direttive indicate a suo tempo nel progetto di sfruttamento dell’area presentato e approvato dalla Regione Abruzzo. La chiusura della cava sta provocando problemi in particolare agli operai che ci lavorano. Ieri mattina davanti alla cava si è svolta una manifestazione, la prima di una serie – è stato detto – fino a quando la vicenda non si sbloccherà. Si sta pensando anche di bloccare la strada statale con gli escavatori o con altri mezzi. «Una vicenda assurda», hanno detto ieri mattina gli operai appoggiati anche da Dino Rossi, presidente del Cospa, associazione di base degli allevatori della Piana di Navelli.«A far chiudere la cava non è stata la crisi economica ma vicende esterne innescate da chi non pensa al bene comune. Se passeranno altri giorni e senza esito sull'accoglimento del ricorso, la ditta sarà costretta a licenziare gli operai, decine di famiglie sul lastrico, che non sapranno più cosa inventarsi per portare a casa un tozzo di pane ai figli». Per questo gli operai chiedono alla Procura che faccia chiarezza al più presto in modo che i tempi di chiusura non si protraggano. Critiche degli operai anche alle precedenti gestioni amministrative del Comune di Ofena.

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