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Oggi l’addio all’assicuratore Colaiuda
Storico agente di diverse compagnie, fondò anche la società dilettantistica “L’Aquila 99”. Funerali stamani alla Torretta
L’AQUILA. Ha suscitato profondo cordoglio la scomparsa di Angelo Colaiuda, storico assicuratore dell’Aquila, scomparso a 75 anni dopo una lunga malattia. Colaiuda era molto conosciuto in città sia per il suo impegno in campo assicurativo, per aver lavorato con tutte le più grandi compagnie assicurative italiane ed europee sin dagli anni Sessanta del secolo scorso, ma anche per il suo impegno nel mondo sportivo. A lui si devono, infatti, la fondazione dell’Aquila 99, di cui è stato presidente, portandola fino alla Promozione, il “Trofeo Bucci” e l’appoggio alle società ciclistiche. Angelo Colaiuda lascia le figlie Simona, che si sta impegnando nel portare avanti l’attività paterna, Deborah, funzionaria della Bper, quattro nipoti e la moglie Malta Rosa Prescenzo. «L’ha amata per 55 anni», racconta la figlia Simona.
Cavaliere della Repubblica, ha continuato nella sua attività di agente di assicurazione fino a quando la malattia glielo ha permesso. Senza fermarsi neanche con il terremoto. «Non potevamo fermarci», racconta ancora Simona, «avevamo ripreso dentro a un container».
«Era pieno di genuina passione, per il lavoro e per la vita, in ogni sua espressione». In tanti lo ricordano quando la mattina passava in piazza Duomo per andare nella sua agenzia di via dell’Arcivescovado. «Con tutti scambiava una parola, a tutti offriva un caffè». Amava anche il ballo, tanto da diventare campione regionale di balli standard. «Amava lo sport», racconta ancora Simona, «aveva il cuore e l’anima dello sportivo: generoso e coraggioso. Lo era anche nella vita, ecco perché era tanto amato. Lavorava e faceva lavorare gli altri. Era una persona vera e con una stretta di mano dava la sua parola che contava più di un contratto». I funerali saranno celebrati stamani alle 11 nella chiesa di San Mario alla Torretta. Tra i celebranti padre Luciano e padre Marcello.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Cavaliere della Repubblica, ha continuato nella sua attività di agente di assicurazione fino a quando la malattia glielo ha permesso. Senza fermarsi neanche con il terremoto. «Non potevamo fermarci», racconta ancora Simona, «avevamo ripreso dentro a un container».
«Era pieno di genuina passione, per il lavoro e per la vita, in ogni sua espressione». In tanti lo ricordano quando la mattina passava in piazza Duomo per andare nella sua agenzia di via dell’Arcivescovado. «Con tutti scambiava una parola, a tutti offriva un caffè». Amava anche il ballo, tanto da diventare campione regionale di balli standard. «Amava lo sport», racconta ancora Simona, «aveva il cuore e l’anima dello sportivo: generoso e coraggioso. Lo era anche nella vita, ecco perché era tanto amato. Lavorava e faceva lavorare gli altri. Era una persona vera e con una stretta di mano dava la sua parola che contava più di un contratto». I funerali saranno celebrati stamani alle 11 nella chiesa di San Mario alla Torretta. Tra i celebranti padre Luciano e padre Marcello.
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