Operaio muore schiacciato dalla ruspa

Incidente a Montereale nel cantiere di un’abitazione in ristrutturazione post-terremoto. Due indagati

MONTEREALE. Muore schiacciato dalla benna di un bobcat mentre lavora a un cantiere della ricostruzione post-terremoto. La vita di Vasile Gradinaru, di 43 anni, operaio edile originario della Romania ma residente da anni in Italia, si spegne alle 10 di una giornata di lavoro come tutte le altre in un cantiere di San Giovanni Paganica di Montereale, in una zona poco distante dalla chiesa parrocchiale della frazione.

Il manovale, dipendente di una ditta edile del luogo, resta schiacciato dalla ruspa condotta da un altro operaio che resta illeso. Il mezzo, secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, si ribalta all’improvviso, forse per un intoppo nel percorso accidentato affrontato oppure per un’errata manovra e travolge la sfortunata vittima. Testimoni dell’incidente i colleghi di lavoro che danno subito l’allarme allertando gli operatori sanitari. L’ambulanza, che parte da Montereale, arriva in pochi minuti ma per l’operaio è ormai troppo tardi. Inutile ogni tentativo di soccorso. Nel luogo dell’incidente arrivano i carabinieri, insieme agli uomini del servizio di prevenzione e sicurezza sugli ambienti di lavoro dell'Asl.

Vengono ascoltati, in primo luogo, tutti gli operai presenti in cantiere al momento dell’incidente. Successivamente il mezzo viene posto sotto sequestro, così come tutto il cantiere, in attesa delle ulteriori disposizioni del pm titolare dell’inchiesta David Mancini. Viene ordinata l’autopsia per accertare le cause della morte, che a un primo esame vanno riferite proprio al forte trauma cranico subìto dall’operaio, sposato e padre. Viste le modalità dell’accaduto, stamani verrà notificato a due persone un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Si tratta di avvisi di natura tecnica, anche per permettere alle parti di nominare dei periti nella fase degli accertamenti disposti dal magistrato. I destinatari della contestazione sono il conducente del mezzo e il titolare dell’impresa edile impegnata nel cantiere. In base a una prima valutazione sarebbero emersi, a carico della ditta, alcuni profili di responsabilità in relazione alle condizioni del cantiere e alla sicurezza. Gli incidenti sul lavoro nei siti della ricostruzione sono all’ordine del giorno nei centri del cratere sismico. Non tutti, però, diventano di dominio pubblico. Nella maggior parte dei casi le cadute e il ferimento degli operai non si contano. Per questo motivo sono stati intensificati i controlli all’interno dei cantieri. Allo stesso tempo le organizzazioni sindacali hanno denunciato ripetutamente la situazione di pericolo che vivono quotidianamente gli operai della ricostruzione, molti dei quali sono stranieri. Nei mesi scorsi un operaio di 29 anni di origini albanesi è rimasto ferito in un cantiere di Coppito da una frustata della pompa della betoniera. È stato sottoposto a un intervento chirurgico di eccezionale fattura per la ricostruzione facciale. Successivamente, nel cantiere di un capannone di Bazzano, era rimasto ferito un altro operaio che stava lavorando alla sistemazione di una cabina elettrica. In quel caso un giovane napoletano dipendente di una ditta aquilana di impianti elettrici era rimasto ustionato da una scarica di corrente.

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