Orlando nelle case devastate di Campotosto

Il ministro della Giustizia visita l’Alto Aterno. Chiesto un segretario comunale per gli uffici sguarniti

CAMPOTOSTO. Un paese di 600 persone, in gran parte stipate dentro i Map, a pochi passi dalla piazza semidistrutta dall’ultimo sciame sismico. Qualche casetta arriva a ospitare fino a due famiglie, perché di spazi non ce ne sono dopo che il terremoto del 18 gennaio ha reso inagibile una grande quantità di edifici che, sommata ai danni del 2009, portano al 70% gli immobili con gravi lesioni. Un centro storico fantasma.

È questo lo scenario che si è trovato davanti il ministro della Giustizia Andrea Orlando, candidato alla segreteria del Pd, che a distanza di un giorno dalla visita all’Aquila ha chiesto di vedere con i suoi occhi «uno dei Comuni più colpiti dal sisma». A Campotosto, ultimo avamposto dell’Alta Valle dell’Aterno che lì a un passo abbraccia Amatrice e il Reatino, Orlando ha trovato ancora la neve. Qui ha incontrato i cittadini, provati dalla precarietà di un difficile inverno. Col ministro anche molti esponenti del Pd cittadino. Avvistati, tra gli altri, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, gli assessori aquilani Emanuela Di Giovambattista e Pietro Di Stefano, il segretario comunale Pd Stefano Albano e l’ex segretario provinciale del partito Michele Fina, attualmente nello staff del ministro.

Orlando ha incontrato il sindaco Luigi Cannavicci e il consigliere comunale Ercole Di Girolami, il battagliero allevatore che si è legato al dito l’allarmismo diffuso dalla Grandi Rischi sul possibile effetto Vajont della diga di Rio Fucino. Con loro anche i sindaci di Capitignano Maurizio Pelosi e Montereale Massimiliano Giorgi.

«Serve un segretario comunale», ha detto Cannavicci a Orlando. Una figura fondamentale in un Comune tutto da ricostruire. La fuga dai centri dell’Alta Valle dell’Aterno «può essere scongiurata soltanto se si ricostruisce rapidamente e si ripristina una condizione di normalità», ha detto il sindaco, «come quella del lago, risorsa preziosa per il turismo e anche da un punto di vista ambientale e naturalistico: l’abbassamento del livello mette a rischio, in questa fase dell’anno, il suo equilibrio naturalistico. Il coregone, per esempio, potrebbe non riprodursi». Non è folclore, ha ribadito il sindaco. «Va bene l’idea di affidarsi a Renzo Piano, purché si faccia in fretta». La figura dell’archistar crea consensi anche a Capitignano, altro paese che affronta l’emergenza sisma. (m.g.)

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