Ospedale, rischio declassamento

I sindacati: nella riorganizzazione L’Aquila perderà unità complesse come Chirurgia vascolare

L’AQUILA. «Il San Salvatore non sarà un ospedale di secondo livello, il gradino più alto delle strutture sanitarie, secondo la scala individuata dal decreto Lorenzin. Nella seconda bozza di riorganizzazione della rete ospedaliera è stata cancellata l’Unità operativa complessa di chirurgia vascolare, indispensabile per l’attivazione di una stroke di neurochirurgia».

I sindacati vanno giù duro. Anaao, Cisl e Uil, che raccolgono l’80 per cento degli iscritti del comparto sanitario, hanno messo sul tavolo, in una conferenza stampa congiunta, tutti i rischi legati all’applicazione del decreto varato dal governo. E alle scelte operate in Abruzzo.

L’ospedale aquilano avrà 28 unità operative complesse, ma nella seconda bozza di riorganizzazione è stato variato lo scacchiere dei reparti.

«Nella prima stesura», spiega Alessandro Grimaldi, segretario provinciale Anaao-Assomed, «era prevista una stroke di secondo livello con i reparti di chirurgia vascolare, neurochirurgia, neurologia e neuroradiologia. La cancellazione di un’unità complessa di emergenza come la chirurgia vascolare comporterà il declassamento del San Salvatore, che non avrà i requisiti per accedere al secondo livello».

«Sarebbe stato opportunto», evidenzia Grimaldi, «che la politica intervenisse prima, invece la polemica si è concentrata solo sulla nomina del manager. Il decreto Lorenzin penalizza la nostra regione».

Poi l’invito al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, «a venire all’Aquila a confrontarsi sulla riorganizzazione della sanità e sulla ristrutturazione totale del San Salvatore. Rischiamo di perdere 2 milioni di euro del progetto per la centrale unica del 118, con annesso eliporto, mentre mancano all’appello 8 milioni di euro per l’ala degli ambulatori». Gianfranco Giorgi, coordinatore Fp-Cisl sanità, ha sottolineato la carenza di “numeri” al San Salvatore: «Su 1.059 posti previsti in pianta organica, solo 852 sono coperti. E molto c’è ancora da fare anche sotto il profilo strutturale».

Per Pino De Angelis, segretario regionale Fp-Cisl, «in Abruzzo si avranno al massimo sette ospedali di primo livello, che non garantiranno prestazioni adeguate nelle zone interne». Infine, dai sindacati una stoccata al nuovo manager dell’Asl Rinaldo Tordera definito «amabile signore lombardo, il cui nome è finito nel tritacarne della politica, che ha gestito la vicenda della nomina in modo imbarazzante. Nomina sulla quale pioveranno, inevitabilmente, ricorsi».

Monica Pelliccione

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