Ospedali, Paolucci assicura: L’Aquila non sarà penalizzata

L’assessore però conferma che il presidio di secondo livello sarà realizzato mettendo insieme Pescara e Chieti

L’AQUILA. Si gioca sul “peso politico” che il territorio riuscirà a esprimere, la possibilità che L’Aquila ottenga un ospedale di secondo livello, con specialistiche ed eccellenze maggiori. Lo lascia intendere, a chiare note, l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, che sposta l’asse della discussione.

«Nessun ragionamento campanilistico, nessuno scippo, né chiusura di reparti», dice. «Per il momento, l’atto programmatico predisposto dalla Regione prevede una rete funzionale tra Chieti e Pescara, due presìdi sanitari che distano tra loro appena quindici minuti. Ma è prevista anche un’ipotesi di sinergia tra L’Aquila e Teramo, attraverso uno studio di fattibilità». E se la sperimentazione, sulla costa, partirà nel giro di qualche mese, per le zone interne i tempi sono più lunghi «visto che gli ospedali dell’Aquila e di Teramo sono a 40 minuti di distanza l’uno dall’altro», sottolinea Paolucci, «il fattore temporale è uno dei parametri presi in considerazione dalla Riforma, per l’individuazione dell’ospedale di secondo livello legato a specialistiche tempo-dipendenti come la rete traumi, ictus e cuore». Eccellenze che, fa notare l’assessore, «sono frammentate nei quattro capoluoghi di provincia». Ma Paolucci chiarisce che «il percorso sarà simile, sia per Chieti e Pescara, nel caso della formazione di un ospedale di secondo livello, che per quelli dell’Aquila e Teramo». In buona sostanza, le zone interne dovranno «giocarsela tutta a livello politico» ma non ci saranno alternative: o la neurochirurgia aquilana dovrà essere trasferita a Teramo o la cardiochirurgia teramana all’Aquila». Ipotesi che lascia presagire una battaglia senza esclusione di colpi. Paolucci aggiunge: «L’ospedale di secondo livello, in realtà, è solo un’etichetta. Dal punto di vista funzionale e organizzativo, per gli utenti non cambia nulla».

Una vicenda che, per Paolucci «è tutta tecnica sanitaria».

Diverso il parere del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, che ha già espresso il suo dissenso richiamando l’attenzione «sulla necessità di un tavolo di discussione, che coinvolga anche i comitati ristretti dei sindaci. I grandi nodi politici non li possono sciogliere i tecnici», dice il sindaco. «Sarò anche della vecchia guardia, ma so che il primato spetta alla politica. Sulla riorganizzazione della sanità bisogna sedersi e discutere delle funzioni da assegnare agli ospedali, in base ai servizi e alle mobilità attive e passive».

Sull’argomento è intervenuto anche il consigliere regionale Pd Pierpaolo Pietrucci, sottolineando come «i criteri della riforma tendono all’istituzione di un Dea di secondo livello solo nell’area di Chieti-Pescara, ma la politica può tenere conto di altri criteri. Nelle nostre aree interne, la qualità del servizio sanitario deve restare elevata, senza intaccare le specializzazioni. Proseguirò nella mia azione, insieme al sindaco Cialente, perché il polo L’Aquila-Teramo sia riconosciuto come Dea di secondo livello. All’assessore Paolucci», conclude Pietrucci, «va riconosciuta la scelta di localizzare all’Aquila la sede dell’eventuale Asl unica regionale».

Il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Guido Quintino Liris, lancia un appello a Cialente: «Dopo l’ospedale, ci toglieranno anche la facoltà di Medicina. Le scuole di specializzazione seguiranno inevitabilmente le strutture meglio organizzate, in termini di posti letto e unità operative».

Monica Pelliccione

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