ovindoli, nella frazione di san potito

Ossa umane alla Villa imperiale

Ritrovamento da parte di una coppia. Il sindaco: non sono antiche

OVINDOLI. Ossa umane a cielo aperto, erbacce, terra smottata e incuria. Si presenta così il sito, in località Pago, a due passi da San Potito, in cui sono stati ritrovati i resti di una Villa imperiale romana. I soldi per gli scavi sono finiti ma il sindaco Pino Angelosante assicura: «L’area è stata ricoperta per motivi di sicurezza ma riusciremo a riaprire lo scavo e realizzare un museo». Si tratta di un’area immersa nel verde che potrebbe essere il fiore all’occhiello del parco regionale Sirente-Velino, ma che per ora rimane il ritrovo di coppiette che si appartano alla sera o di persone che usano droga e che lasciano a terra rifiuti di ogni genere. «Mi sono accorto delle ossa a vista, a terra, mentre facevo una passeggiata con mia moglie», racconta Vittoriano Morgante, di Celano, «sono rimasto incredulo per lo stato in cui si trova l’area. Ma considerato che in Italia si sta facendo crollare Pompei, la cosa in realtà non mi sconvolge».

«Da trent’anni il Comune di Ovindoli si fa carico delle spese degli scavi archeologici che interessano tutto il nostro territorio», spiega il sindaco Angelosante, «non è la prima volta che emergono delle ossa umane dal terreno, ma le abbiamo sottoposte più volte all’attenzione degli archeologici, i quali non hanno ritenuto che siano antiche. Dall’altra parte della strada c’è il cimitero e qualche malintenzionato potrebbe aver spostato le ossa per qualche rito sacrilego».

Magda Tirabassi

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