Palazzo Margherita, lavori bloccati da un certificato

Oltre due mesi fa il taglio del nastro, ma manca ancora il via libera del Genio civile Tempi biblici anche per il complesso del Convitto. Di Stefano: progetto a rilento per i ricorsi

L’AQUILA. Un taglio del nastro in pompa magna con tanto di autorità, sponsor e ditta appaltatrice, per inaugurare il cantiere di Palazzo Margherita. Era il 7 novembre scorso. Da allora, sono passati oltre due mesi, ma i lavori di ristrutturazione dell’ex sede municipale non sono mai iniziati. L’associazione temporanea d’imprese che ha vinto l’appalto, di cui fanno parte Samoa Restauri, Sepe costruzioni e Digimastri, ha solo cantierizzato l’edificio, ma non può intervenire sulla parte strutturale, in quanto manca l’autorizzazione del Genio civile. Documento richiesto, dal Comune dell’Aquila, a luglio scorso e non ancora disponibile.

RICOSTRUZIONE PUBBLICA. Palazzo Margherita è lo specchio della ricostruzione pubblica in città, che procede a ritmi lentissimi. «Nonostante le numerose sollecitazioni», spiega l’assessore, Pietro Di Stefano, «il Genio civile non ha ancora rilasciato il nulla osta definitivo: passaggio propedeutico per l’intervento strutturale sull’edificio». Ma c’è una novità che potrebbe sbloccare la situazione di impasse. «Venerdì scorso», afferma Di Stefano, «è stata pubblicata sul Bura la modifica sulle norme che riguardano il Genio civile, che prevede il semplice deposito delle pratiche per gli interventi di ristrutturazione post-sisma. Anche Palazzo Margherita dovrebbe rientrare in questa casistica».

OPERA PRIORITARIA. L’ex sede municipale fin dall’inizio è stata individuata dall’amministrazione comunale come «una delle opere prioritarie». Per consentirne la ristrutturazione, il sistema delle Bcc italiane ha raccolto 5 milioni di euro, ma i tempi della burocrazia hanno ritardato l’apertura del cantiere. «Ci sono voluti quasi otto anni», dichiara Di Stefano. «Mi auguro che, a un mese dalla cerimonia d’inaugurazione, i lavori finalmente possano partire».

TEMPI BIBLICI. Un altro buco nero della ricostruzione in centro storico è l’aggregato che si affaccia su corso Vittorio Emanuele e ingloba ex Liceo Classico, Biblioteca provinciale, Convitto nazionale ed ex sede della Camera di commercio. «Il provveditorato alle Opere pubbliche ha proceduto all’espletamento della gara per la progettazione, ma ci sono stati dei ricorsi che hanno ulteriormente dilatato i tempi», sottolinea Di Stefano. «Il progetto è agli sgoccioli e si partirà con la gara d’appalto. Il governo avrebbe dovuto prevedere una norma specifica per la ricostruzione degli edifici pubblici, che rappresentano il 25% degli aggregati del centro».

PROBLEMI PER IL CASTELLO. Lavori fermi anche al Forte Spagnolo, maxi-commessa da 33 milioni. La prima tranche dell’intervento, per un valore di 3 milioni, non è stata ancora completata, poiché servirebbe un nuovo finanziamento per portare a termine l’opera.

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