Palazzo Pica Alfieri sabato riapre le porte 

Lavori di restauro eseguiti dall’impresa Del Beato d’intesa con la Soprintendenza L’architetto Di Stefano: «Un antico gioiello di arte, cultura e architettura»

L’AQUILA. Un’insegna familiare per molti e una porta che apriva a file e file di libri di ogni genere, dai testi scolastici a monografie, romanzi, saggi e antologie poetiche. La porta della sede storica della libreria Colacchi diventa l’ingresso scelto per presentare il Palazzo Pica Alfieri, tornato visibile dopo il lungo restauro che ha fatto seguito al terremoto del 2009.
SI RIAPRE SABATO. Le porte, ufficialmente, riapriranno sabato, alle 17, con un vernissage della mostra antologica di Vincenzo Bonanni, artista quarantenne. Un percorso, visitabile sino al 4 novembre, declinato in tre sezioni, per un totale di 250 opere che raccontano dieci anni di carriera con diverse mostre allestite tra Londra, Venezia, Innsbruck, Roma e Firenze. Incoraggianti le parole dell’architetto Antonio Di Stefano (ministero per i Beni e le attività culturali-Soprintendenza archeologia Belle arti e paesaggio per L’Aquila e cratere). «La riapertura del palazzo rappresenta la volontà della rinascita di una collettività che non si piega all’evento catastrofico di un sisma, ma coglie l’opportunità per riscoprire un antico gioiello di arte, cultura e architettura». Queste le sue dichiarazioni in occasione della presentazione dei lavori di restauro dello storico Palazzo. «Un lavoro impegnativo e complesso in cui l’esigenza di preservare e conservare la materia dell’opera originaria ha comportato, in alcuni casi, l’impiego di tecnologie sperimentali. Una sfida importante che ha seguito un percorso coraggioso, mai arbitrario, in cui si è indagato sulla materia e sulle tecniche antiche per reintegrare le porzioni perse. E così, nelle parti crollate delle volte della Sala dei Campanelli, della Galleria, della Cappella Patrizia o del Cassettonato della Scala Nobile si è optato per la loro integrazione, riproponendo la tecnologia antica».
LE SORPRESE. Non sono mancate scoperte impreviste, a testimonianza delle varie epoche e dei vari stili che hanno interessato il Palazzo e che ne hanno determinato l’attuale configurazione. I lavori di restauro sono stati eseguiti dalla ditta Del Beato e sono stati condotti con la supervisione della Soprintendenza. Un lavoro «impegnativo su un edificio unico per qualità storiche e artistiche con un risultato che ci gratifica», ha sottolineato l’ingegnere Marco Del Beato. «Assistiamo alla riscoperta di una L’Aquila barocca, una presenza superata negli anni ma che questi restauri stanno riscoprendo», ha commentato la soprintendente Alessandra Vittorini. La somma stimata complessivamente per il recupero del palazzo ammonta a 8,3 milioni. A presentare il restauro anche la parlamentare Pd Stefania Pezzopane. «Entrare nel palazzo appena restaurato e riscoperto nella sua magnificenza è stato un ritrovarsi», ha detto. «Sabato abbiamo un appuntamento con la storia e con il futuro». In sala anche l’assessore Alessandro Piccinini, Fabrizio Pica Alfieri che detiene ancora la proprietà delle porzioni più rappresentative e meno alterate dagli interventi pregressi. Da parte sua l’auspicio che la struttura rappresenti un polo di riferimento culturale.
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