Parte la mobilitazione al suono delle campane proteste in città e a Roma

Chiodi minaccia di dimettersi da commissario per la ricostruzione dell’Aquila se dal governo non arriveranno «risposte eque» al problema della sospensione delle tasse ai comuni del Cratere. Il sindaco Massimo Cialente mobilita la città

L'AQUILA. Mobilitazione permanente. Due manifestazioni all'Aquila e una a Roma. Sciopero fiscale. Chiusura dei negozi. E campane che suoneranno in tutto il comprensorio contemporaneamente, martedì alle 17, come si faceva ancora cinquant'anni fa per chiamare a raccolta tutta la popolazione contro un pericolo imminente. Sono le misure stabilite ieri nel corso del tavolo permanente che riunisce sindacati e associazioni di categoria dell' Aquila con un obiettivo comune: ottenere dal governo una soluzione alla questione delle tasse. Giovedì sera l'amara sorpresa: il «pacchetto L'Aquila» è rimasto fuori dal maxi-emendamento alla legge di stabilità approvato dal governo. Nemmeno una misura sul rinvio delle tasse. Ci sono ora dieci giorni di tempo - fino al 14-15 novembre, quando verrà votata la fiducia alla maggioranza - per far cambiare idea al governo. Da ieri sera è, dunque, «mobilitazione permanente».

NERO-VERDE. Una mobilitazione nero-verde: i colori della città. Accantonata la campagna elettorale, il primo cittadino ha convocato ora «l'intera classe dirigente ed economica della città. Sarà guerra fino a quando il governo non ci darà delle risposte», ha detto.

GLI OBIETTIVI. Due ore di riunione fitte fitte per mettere a punto una strategia d'attacco e convincere il governo. Uno: a concedere una proroga di 6 mesi della ripresa dei pagamenti. Due: a lavorare a una legge ad hoc per abbattere del 60% gli importi da restituire. Tre: a rompere quanto meno il silenzio. «Il governo ci deve dire un no o un sì», ha rimarcato Cialente. Finora non c'è stato alcun rinvio della ripresa degli adempimenti, dato per certo dal commissario alla Ricostruzione, Gianni Chiodi, che ieri pomeriggio ha annunciato: «Mi dimetto se le tasse non saranno rinviate». Un trattamento fiscale, quello riservato sin qui agli aquilani, diverso da quello concesso a suo tempo ai terremotati di Marche e Umbria.

PROGRAMMA. Già da ieri sera il sindaco Cialente ha inviato una convocazione a tutti i parlamentari abruzzesi. Li vuole ricevere lunedì alle 13. Il 7 novembre è infatti il giorno in cui parte la discussione del maxi-emendamento al Senato. I parlamentari devono premere affinché il governo inserisca la questione L'Aquila nel provvedimento. L'intenzione è che ogni giorno ci sia un'iniziativa. In un «crescendo rossiniano», come lo ha definito l'assessore Stefania Pezzopane, che si concluderà con una mega-manifestazione a Roma. Lunedì mattina Cialente convocherà però prima i sindaci del cratere e i consiglieri provinciali. Martedì alle 15,30 tutta la cittadinanza è chiamata a manifestare alla Villa Comunale durante il consiglio regionale. Alle 17 i parroci del comprensorio suoneranno simultaneamente le campane. Venerdì alle 15,30 ancora mobilitazione generale dei cittadini per le vie della città.

Il sindaco chiederà agli studenti delle scuole superiori di non andare a scuola la mattina e organizzare a loro volta delle iniziative. «Chiederò ai genitori dei bambini più piccoli di non mandare i figli a scuola», ha detto il sindaco. E se anche questo non dovesse bastare, si partirà alla volta di Roma. Ancora non è chiara la «strategia» (unico punto certo è la data, prima del 15 novembre). L'idea predominate è manifestare a piazza Navona. Il sindaco intende chiedere di nuovo ai direttori delle testate nazionali di tornare all'Aquila. «Questa volta non li porterò in zona rossa», ha spiegato. «Chiederò loro di venire a raccontare al resto del Paese in quali condizioni si trova L'Aquila due anni e mezzo dopo il sisma». (cr.aq.)

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