Pazienti senza spazi, protestano i familiari

Una situazione impossibile con i pazienti del Centro di salute mentale di Sulmona costretti a stare spazi angusti e condivisi con altri reparti dell’ospedale. Una situazione che rischia di esplodere...

Una situazione impossibile con i pazienti del Centro di salute mentale di Sulmona costretti a stare spazi angusti e condivisi con altri reparti dell’ospedale. Una situazione che rischia di esplodere da un momento all’altro. Protestano i parenti dei pazienti dopo che dal 15 novembre scorso il Csm e il Centro diurno sono stati trasferiti in un paio di locali della “zona fredda” della Medicina nucleare del presidio ospedaliero di Sulmona. «Da 4 mesi gli operatori e gli utenti coabitano con altri servizi in una situazione precaria e inadeguata», affermano i familiari degli ospiti del Csm. «Non si dovrebbe fare attività ambulatoriale e non si possono fare altre attività legate alla salute mentale e questo provoca gravi ripercussioni su chi ha bisogno di queste sedute».
Nel frattempo i Trattamenti sanitari obbligatori sono aumentati in questi mesi: tra gennaio e febbraio sono state sette le persone sottoposte a Tso e i pazienti non sanno dove e a chi rivolgersi perché la sede di Sulmona è ormai al collasso. Gli operatori sono lasciati da soli ad occuparsi di iniziative estemporanee sul territorio senza possibilità di garantire una efficace e continuativa assistenza. «Il Cup non potrebbe prenotare visite psichiatriche a Sulmona», concludono i familiari, « le cure riabilitative del Centro diurno sono sospese e c’è spazio solo per l’attività domiciliare». (c.l.)