Pd ancora nel caos Rapino tenta di riattaccare i cocci

Dietrofront del segretario regionale che apre a Di Masci A un comitato ristretto il compito di trovare una via d’uscita

SULMONA. Il segretario regionale del Pd, Marco Rapino, torna sui suoi passi e apre alla componente che fa capo a Bruno Di Masci, annunciando un tavolo ristretto coi maggiori rappresentanti del partito per studiare strategie e programmi per le prossime elezioni. Dopo aver sbandierato epurazioni dal partito in nome del rinnovamento e contro la vecchia politica, il segretario regionale ha chiesto agli iscritti del circolo sulmonese di ricompattarsi per affrontare la prossima campagna elettorale.

Una proposta che molti dei presenti hanno considerato come un’ultima spiaggia per il segretario regionale che, dopo aver tentato inutilmente di mettere in piedi una coalizione di centrosinistra che includesse i partiti che compongono la maggioranza in Regione, ha dovuto prendere atto che in molti hanno già fatto scelte diverse. Con il partito isolato e svuotato della componente maggioritaria, Rapino si è trovato di fronte a una strada obbligata. Ora non è in grado di dettare condizioni, almeno nel circolo sulmonese che ha prima commissariato e poi esautorato da ogni decisione su alleanze e liste da preparare in vista delle elezioni amministrative di giugno. Ma questo improvviso riavvicinamento è stato considerato tardivo in seno al circolo sulmonese.

«È necessario che il Pd torni alla guida di questa città con programmi e progetti utili a risolverne i problemi», ha detto Rapino nel corso del suo intervento. Poi la parola è passata ai presenti con alcuni iscritti che hanno proposto le primarie per la scelta del candidato sindaco. Proposta che l’assemblea ha, però, giudicato non percorribile perché tardiva. E non sono mancati i momenti di tensione quando la parola è passata ai due consiglieri sospesi dal partito, Fabio Ranalli e Alessio Di Masci, che hanno puntato il dito proprio contro il segretario regionale «colpevole», a loro dire, «di essere intervenuto solo quando la situazione era già precipitata. E di averlo fatto con decisioni affrettate e non condivise dal circolo»

Rapino si è difeso sostenendo di esser stato costretto a prendere quelle decisioni nel tentativo di tenere fuori il Pd dalla responsabilità di una crisi al Comune– che ha portato la città al quarto commissariamento consecutivo – provocata anche da esponenti del partito.

Seduto in prima fila Bruno Di Masci, attaccato nelle ultime settimane per aver convocato riunioni senza il placet dei vertici del partito. L’ex sindaco è rimasto in silenzio per tutta la durata dell’incontro, scegliendo di non intervenire neppure quando è stato chiamato in causa.

Presenti all’assemblea anche molti reduci della sinistra storica di Sulmona: dagli ex Ds che da tempo si erano allontanati dal circolo sulmonese a quelli che attualmente sarebbero pronti a strizzare l’occhio alle liste civiche organizzate dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo che ormai, da settimane, va avanti spedito per la sua strada.

Ora, quindi, spetterà a un tavolo ristretto capire se esistano le condizioni per riunire i cocci del Partito democratico. Un compito che si annuncia non facile, vista la complessità della situazione.

Claudio Lattanzio

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