La parlamentare Pelino: «Qualcuno chieda scusa alla città». Angelucci: «Ora un chiarimento»

Pdl verso la resa dei conti

A causa di liti e divisioni nessun eletto in Provincia

SULMONA. La storia si ripete. Nessun rappresentante del Pdl di Sulmona in Regione. Nessun rappresentante del Pdl di Sulmona in Provincia. È il conto da pagare per le divisioni esplose al momento della scelta delle candidature, che hanno visto contrapposti il gruppo Pelino da una parte e quello del sindaco Federico dall’altra. E dopo il responso delle urne c’è un clima da resa dei conti.

Il nuovo presidente Antonio Del Corvo ha avuto la sua dote di voti (3.257) dalle quindici sezioni del collegio Sulmona I. Ma il Pdl cittadino non è riuscito a far salire alcun rappresentante sul treno che porta in Provincia. Così dopo la tornata elettorale di domenica e lunedì si consuma l’ennesimo strappo. «Qualcuno dovrebbe chiedere scusa alla città», evidenzia subito Paola Pelino, parlamentare Pdl e capogruppo del partito in consiglio comunale, «abbiamo agito secondo le regole e ci siamo confermati primo partito. Se loro avessero concordato con noi le scelte avremmo potuto convergere su un unico nome e avremmo potuto eleggere un consigliere provinciale di Sulmona. Loro dovrebbero fare delle riflessioni, visto che già c’erano stati errori con le Regionali.

Faremo un esame dopo Pasqua». La Pelino non fa nomi ma è chiarissimo il riferimento al gruppo che ha acceso la miccia delle polemiche al momento delle candidature. L’antefatto risale a metà marzo. Il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale Pdl, e la Pelino hanno indicato Pasqualino Cerasoli, ex dirigente del commissariato di polizia cittadino, alla carica di consigliere provinciale per il collegio Sulmona Centro. Cerasoli, sotto la bandiera del Pdl, ha ottenuto 1.040 preferenze (15,45%). Contro questa scelta si è schierato il gruppo Alleanza per Sulmona, costituito l’estate scorsa dai fuoriusciti da Fi e An per contestare l’esclusione di Sulmona dal cratere post-terremoto.

Gruppo che vede in prima fila il sindaco Fabio Federico e che non solo ha bocciato Cerasoli ma ha spinto per la candidatura di Nicola Angelucci, ex coordinatore cittadino dei berlusconiani e attuale presidente del consiglio comunale. A pochi giorni dalla presentazione delle liste elettorali è arrivata l’ultima mossa. Il sindaco Federico, gli assessori Tirabassi, Fusco, Guerra e Di Ianni, i consiglieri Masci, Giovannelli, Capparuccia, D’Angelo, Di Cesare, Maceroni e Gentile hanno inviato una lettera a Piccone. Hanno chiesto la candidatura di Angelucci in cambio di un riavvicinamento al Pdl e di un sostegno incondizionato a Del Corvo.

Tra i firmatari di quella nota non c’era il vicesindaco Palmiero Susi. Il gruppo Pelino, con gli affiliati consiglieri di maggioranza La Civita, De Deo e Pagone, non ha voluto sentire ragioni. E per tutta risposta il sindaco ha azzerato la giunta e ha mandato a casa Susi. Poi Federico e «ribelli» hanno puntato su un proprio candidato: Antonio Cinque. Il capitano del sestiere Japasseri ha ottenuto 718 voti (10,67%) con la lista Forza Provincia. Federico dribbla le polemiche. «L’elettorato ci ha premiato», è il giudizio del sindaco, «le liste di Alleanza per L’Aquila e Forza Provincia sono liste in supporto del Pdl. Non dimentichiamolo. Abbiamo lavorato tutti in sinergia per Antonio Del Corvo, come ci ha chiesto Berlusconi.

I nostri rappresentanti in Provincia li avremo: Gerosolimo dell’Udc, che è organico alla nostra maggioranza, Caparso e Di Nino». Il presidente del consiglio Angelucci è meno diplomatico. «La frattura si è composta perché non si è voluto trovare l’accordo su una candidatura unitaria», evidenzia, «e ciò ha portato a una mancanza di rappresentatività politica del territorio. Qui non si parla neanche, perché le decisioni sono già prese da altri. Mi auguro che gli organi ufficiali del partito ci convochino».

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