Pezzopane: tasse da restituire, colpa di Berlusconi e Monti
Sotto accusa anche le posizioni di Confindustria regionale Rainaldi: «Non difende L’Aquila, sto meditando di uscire»
L’AQUILA. «Quella della restituzione delle tasse da parte delle imprese del cratere è una questione che si trascina da troppo tempo. Nasce dall’inerzia dei governi Berlusconi e Monti, che non notificarono all’Unione Europea la comunicazione preventiva degli interventi per calamità. Un errore che costò caro alle nostre imprese, che a differenza di altre, interessate da calamità diverse, sono costrette a dimostrare il nesso causale tra calamità e danno e a restituire il 100% delle tasse non pagate. Abbiamo sempre seguito con attenzione la questione e continueremo a farlo. Anche questa volta serreremo le fila». Lo dichiara la senatrice Pd Stefania Pezzopane, che dice ancora: «Le imprese del cratere, già penalizzate, vivono uno stato di difficoltà aggravato dal terremoto. Non hanno certo ricevuto aiuti o agevolazioni di Stato, né tantomeno hanno creato condizioni di concorrenza sleale. Chi lo afferma probabilmente non conosce a fondo la nostra realtà e non ha di fatto mai avuto modo di constatare quanto la nostra economia sia stata messa in ginocchio. Molte attività sono state ferme per mesi, altre sono state costrette a spostarsi altrove, c’è chi non ha mai riaperto. E chi lo ha fatto ha conosciuto mille difficoltà. Finora la questione è stata tenuta sotto controllo con interventi tampone, che di fatto non hanno risolto la questione in maniera organica. Va subito convocato un tavolo istituzionale e lo faremo in Regione insieme al vicepresidente Giovanni Lolli, in cui siano presenti tutte le categorie coinvolte in questa vicenda. Il governo deve intervenire tempestivamente per trovare una soluzione ed evitare l’ulteriore stillicidio e dobbiamo impegnarci anche con il sottosegretario De Micheli a trovare una soluzione ragionevole».
L’imprenditore Ezio Rainaldi è duro: «Sto valutando la possibilità di uscire da Confindustria entro la fine dell’anno con la mia impresa di costruzioni, la “Vibrocementi L’Aquila srl”. Ne parlerò al più presto con la mia famiglia, da sempre legata al sistema confindustriale». A scatenare la reazione è stata, come una goccia che fa traboccare il vaso, una recente intervista rilasciata dal presidente regionale di Confindustria Agostino Ballone, nella quale l’imprenditore non sarebbe intervenuto «sulla questione gravissima che stanno vivendo le imprese aquilane e riguardante la restituzione per intero degli importi delle tasse sospese nel post-sisma pretesa dall’Unione europea».
Per Rainaldi, che già all’inizio di agosto aveva messo in guardia sulla possibile apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue nei confronti dell’Italia (in quanto si tratterebbe di una misura distorsiva della concorrenza e non in linea con le norme in materia di aiuti di Stato), «è inconcepibile che Ballone e l’intero sistema confindustriale regionale non intervengano in modo forte in aiuto delle imprese dell’Aquila, preferendo affrontare soltanto questioni legate alle poltrone». Le imprese bollate dall’Ue come destinatarie di aiuti di Stato dovrebbero restituire al Fisco quanto trattenuto in virtù di una legge dello Stato, la Finanziaria 2012, che fissò la restituzione delle tasse al 40% in dieci anni. Per Rainaldi sono più delle 115 indicate dall’Ue: «Un salasso che si abbatterà su imprese al contrario colpite dal sisma, i cui danni non sono quantificabili solo in materiali» e da fermare «con una forte azione politica». Secondo l’imprenditore, che è anche presidente del Tsa (Teatro stabile d’Abruzzo) «ben vengano tavoli tecnici come quello invocato dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli con tutti i rappresentanti di categoria e del territorio, ma non è sufficiente. Ci vuole un intervento politico forte, con calibri da novanta che in questo momento a livello regionale non abbiamo», dice Rainaldi, sottolineando che «è inutile arrampicarci sugli aspetti tecnici: la Regione deve trasmettere la questione al governo e quest’ultimo deve farsene carico di fronte all’Europa».
Marianna Gianforte
©RIPRODUZIONE RISERVATA