Piani case e Map: 11mila ospiti

Recuperati un milione e 700mila euro da chi non aveva diritto all’autonoma sistemazione

L’AQUILA. Dal 31 marzo sono cessate tutte le forme assistenziali onerose e sono stati recuperati quasi un milione e 700mila euro di contributo di autonoma sistemazione non dovuto.

Negli alloggi provvisori di progetto Case e Map vivono ancora 11.525 persone ed è stato avviato un percorso anche per un diverso utilizzo del patrimonio immobiliare sorto dopo il sisma.

Ma i Map saranno gradualmente smantellati e stessa sorte potrebbe toccare ad alcune piastre del progetto Case, che hanno evidenziato problemi strutturali. L’assessore comunale all’assistenza alla popolazione Fabio Pelini tira le somme, a fine 2015, e a quasi quattro anni dal passaggio di consegne tra l’allora struttura commissariale e il Comune: «Missione compiuta. Siamo riusciti a rispettare il programma di mandato del 2012, che prevedeva una razionalizzazione delle risorse destinate all’assistenza alla popolazione e un progressivo uso alternativo degli alloggi. Ora si apre la seconda fase, che avrà come obiettivo rendere questi agglomerati dotati di servizi e di prospettive per chi li abita, compresi spazi creativi da realizzare in ogni insediamento». Con l’avanzare della ricostruzione privata è stato possibile iniziare ad assegnare gli appartamenti anche alle fragilità sociali, ai residenti dei Comuni del cratere, ai nuclei monoparentali, alle nuove coppie ancora legate al proprio nucleo d’origine all’interno del progetto Case e agli studenti. Pelini ha voluto che alcuni alloggi provvisori fossero messi a disposizione di società sportive e di associazioni di promozione socio-assistenziale e di volontariato. Attualmente, circa il 65% della popolazione beneficia dell’alloggio in base alle norme dell’assistenza post-sisma, mentre il restante 35% ha avuto l’assegnazione sulla scorta di altri requisiti, che saranno a breve ampliati a favore delle giovani coppie. Nel giro di qualche mese, parte degli alloggi verrà utilizzata a mercato libero, con criteri di housing sociale.

«È poi intenzione dell’amministrazione comunale», aggiunge l'assessore Pelini, «procedere al progressivo smantellamento dei Map, a partire da quelli più problematici dal punto di vista manutentivo, e forse all’abbattimento di alcune piastre del progetto Case, che hanno evidenziato notevoli difetti costruttivi. Sempre che le continue emergenze che abbiamo dovuto fronteggiare in questi anni cessino una volta per tutte: la priorità delle prossime settimane sarà trasferire 124 nuclei familiari dalle piastre con i balconi pericolanti di Sassa, Cese ed Arischia ad alloggi sicuri. I trasferimenti sono avviati, ma resta il problema dei cittadini di Arischia, che per ragioni di anzianità, invalidità o collocazione della frazione, chiedono di rimanere in zona. Per loro», conclude Pelini, «la soluzione più praticabile è quella, dopo il dissequestro, di utilizzare i Map di Arischia. In seguito, la stessa operazione di trasferimento riguarderà altre 101 famiglie, sempre a causa dei difetti degli alloggi occupati».

Romana Scopano

©RIPRODUZIONE RISERVATA