Piano Case, s’indaga sulla rapina-bis 

Bazzano, dopo i sei arresti finisce sotto esame un secondo episodio di gennaio 

L’AQUILA. Nuove indagini sulla rapina nell’appartamento del Progetto Case di Bazzano, adibito a struttura socio-sanitaria per pazienti psichiatrici in riabilitazione. La seconda sezione della squadra mobile dell’Aquila, che si è occupata del caso, sta verificando se i sei autori dell’episodio hanno effettuato il blitz anche in un’altra struttura, di sole donne, situata nello stesso quartiere. Alle 2.30 dello scorso 24 gennaio le pazienti psichiatriche avevano avvertito alcuni rumori e con le urla avevano messo in fuga i banditi. La polizia sta cercando di capire se gli autori della tentata irruzione siano gli stessi che poco più tardi, alle 4, hanno rapinato e minacciato tre pazienti psichiatrici del Progetto Case. Le indagini, curate dal sostituto commissario Daniele L’Erario e coordinate dalla dirigente della squadra mobile Roberta Cicchetti hanno portato a risalire ai responsabili della rapina.
In carcere è finito Feketa Don Gabriel, 27 anni, originario della Romania. Per lui si sono aperte le porte del penitenziario del capoluogo. Manette ai polsi anche per Ahmedi Bujar, macedone di 29 anni e Simone Ferrari, aquilano di 29 anni, entrambi sottoposti agli arresti domiciliari. Coinvolti nell'inchiesta anche tre minorenni, due ragazzi di cui uno di nazionalità cubana e una ragazza, tutti di 16 e 17 anni, accompagnati dalla polizia in una comunità. I sei, come ricostruito nel corso dell’indagine che è andata avanti per due mesi, approfittando dell’assenza notturna degli operatori socio-sanitari, erano entrati nella struttura e avevano minacciato con una spranga di ferro, lunga mezzo metro, i tre pazienti presenti all’interno del centro, tutti uomini. Avevano poi sfondato una porta chiusa a chiave con calci e spallate, dopo aver saputo che lì si trovavano dei beni di valore. Si erano quindi impossessati di circa 1.500 euro in contanti oltre a sei confezioni di psicofarmaci destinate agli ospiti della struttura e di proprietà dell’Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, ai documenti dei tre pazienti e a due carte postepay. Ma non è tutto.
I sei autori della rapina, che avevano usato forza e violenza per farsi consegnare soldi e medicinali, erano riusciti a fuggire anche con una stecca di sigarette, una bottiglia di champagne conservata in frigo e alcuni generi alimentari. (a.d.a.)