Piazza Chiarino il cuore della movida dentro una canzone 

I musicisti Di Pasquale e Vittorini nei luoghi riconquistati Tra post-sisma e incognite sul futuro i giovani vanno avanti

L’AQUILA. All’inizio dell’autunno – più o meno il periodo della notte dei Ricercatori – non era insolito veder girare uno strano gruppo di persone tra via Garibaldi e piazza Regina Margherita.
Una reflex microfonata, un paio di cuffioni gialli vintage e un cellulare al seguito. A chiudere il gruppetto, due musicisti: Lorenzo Di Pasquale (Amelia) e Federico Vittorini, frontman delle Lingue Sciolte.
Sullo schermo del cellulare il testo di una canzone, rime baciate irregolari ad accarezzare il presente morbido delle notti aquilane: «È troppo tempo che non mi prendo sul serio e penso che... se è tutto sbagliato, la colpa è del vino...».
Obiettivo della mini-troupe, fermare quanti più avventori possibile per far ascoltare un pezzetto del nuovo brano, scritto a quattro mani dai due musicisti in questione. Il titolo è “Ci vediamo là”. “Ci vediamo a Chiarino, c’è troppa gente ma non ci penso e cammino. Lo spazio è finito, non sudarmi vicino. Stiamo fino al mattino” cantano i ragazzi ripresi nel video, tra bicchieri, impalcature e tanti volti sorridenti. Quegli stessi sorrisi catturati dalle lenti di Davide Sabatini che poi ha lavorato anche al montaggio, insieme a Francesco Paolucci.
Il pezzo è stato registrato negli studi di Alti Records, la casa di produzione di Luigi Tarquini e Federico Fontana che ha sede all’Aquila e investe tempo, denaro ed energie nel valorizzare brani inediti di artisti locali e non, anche con una programmazione live.
Amelia e Federico Vittorini, con rispettive band, registrano per la stessa etichetta che ha attive delle buone playlist su Spotify. Dal momento che il brano è stato divulgato sui social, sono arrivati tanti commenti entusiasti, tra i giovanissimi – amici o coetanei dei volti immortalati nel video – e tra chi ha vissuto a pieno anche la movida pre-sisma e ricorda una piazza Chiarino diversa da quella attuale, dove ci si muove tra pub, trattorie e lounge bar, in un percorso segnato dai lavori per la ricostruzione, tra gru e palazzi ridipinti di nuovo. Fino al 6 aprile 2009, infatti, quello stesso luogo era pieno di attività commerciali diurne e la geografia delle notti aquilane era diversa.
«Mi rivolgo a tutti i miei coetanei, gli aquilani degli anni Settanta-Ottanta», scrive la ricercatrice universitaria Rita Maccarone su Facebook dopo aver visto il videoclip della canzone. «Quelli dei portici, quelli dei vicoli, quelli del Mythos e dello Squeak, quelli della Birreria Gran Sasso e del Tropical. Mi rivolgo a quelli che come me hanno vissuto la loro giovinezza scanzonata pre-sisma e che ora sono genitori di una generazione che noi consideriamo sfortunata: i ragazzi terremotati».
Il consiglio della donna ai suoi contatti è quello di ascoltare questa canzone e di riflettere sul fatto che «nessuno di noi ha mai avuto la spinta a scrivere un pezzo su quei luoghi tanto amati, che oggi raccontiamo ai nostri figli con tanta nostalgia. Piazza Chiarino, i ragazzi terremotati se la sono conquistata, se la sono creata loro, non se la sono trovata bella pronta come noi, con le nostre colonne e i nostri luoghi. I ragazzi terremotati si sono ricreati la loro vita tra le macerie con tanta fatica e la amano e l’apprezzano più di noi. Buon ascolto».
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