Pietransieri, il ricordo dell’eccidio

Cerimonia in paese in omaggio alle 128 vittime della strage nazista nel 1943

ROCCARASO. Due giorni di celebrazioni in ricordo delle 128 vittime trucidate dai tedeschi nel novembre del 1943 in quell’episodio che la storia ricorda come l’eccidio di Limmari.

È stata una giornata dedicata al raccoglimento e alla preghiera quella che ha vissuto ieri la comunità di Pietransieri dove sono iniziate le celebrazioni in ricordo Una giornata carica di commozione e caratterizzata dalla fiaccolata, organizzata dagli Alpini di Pietransieri, che partendo dai casolari in cui avvenne l’eccidio, si è conclusa presso il sacrario dei Limmari nel centro del paese. Nonostante le condizioni meteorologiche poco propizie, l’intera comunità si è riunita in preghiera lungo il cammino, circa tre chilometri, che separa i casolari D’Aloisio, Macerelli, Di Battista, D’Amico (dove le famiglie si erano rifugiate dopo l’ordine di evacuazione del paese), dal centro di Pietransieri. Per la giornata odierna, invece, il programma prevede alle 9.45 la celebrazione della messa presso la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, seguita dalla deposizione di corone d’alloro in onore dei caduti presso il sacrario con la partecipazione di numerose associazioni combattistiche, patriottiche e d’arma. Tra le autorità presenti alla commemorazione odierna era annunciata la presenza del presidente della Camera, Gianfranco Fini, ma impegni istituzionali gli impediscono di partecipare. La toccante vicenda dei martiri di Pietransieri è ricordata anche da Gianni Melilla, coordinatore regionale del Sel che in una nota scrive: «Il capitano tedesco, vero criminale di guerra, che comandò la strage agli ordini del vertice dell'esercito tedesco e di Hitler in persona, non ha pagato per quell'atto così disumano ed è morto serenamente nel proprio letto. Anche a quelle persone innocenti», prosegue, «a quei bambini, a quel neonato di appena 1 mese, barbaramente uccisi, si sono ispirati i costituenti della Repubblica quando hanno voluto nella massima legge nazionale, la Costituzione, ripudiare la guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali. E così oggi il pensiero torna a quei giorni, a quei nostri paesani innocenti e si rafforza il nostro impegno per la Pace e contro ogni guerra , perché nessuna guerra», conclude Melilla, «può dirsi giusta».

Claudia Sette

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