Pirata della strada in lacrime: «Chiedo scusa a Elio»

Incontro in ospedale con il 17enne di Trasacco investito mentre attraversava la strada con gli amici Il ferito: «Ho temuto di non farcela. Lo perdono ma ora si prenda le sue responsabilità»

L’AQUILA. «Lo perdono, l’importante è che si renda conto di quello che ha fatto e che si prenda le sue responsabilità. In modo che tutta questa storia diventi un esempio per gli altri e che cose così non accadano mai più». Dal suo letto nel reparto di Ortopedia al “San Salvatore” dell’Aquila, sorride. Ha molto dolore alla gamba, tra pochi giorni dovrà essere operato, ma la sua voglia di vivere e di essere ottimista prevale su tutto, anche sulla rabbia e il rancore.

La notte tra sabato e domenica è stato investito mentre attraversava sulle strisce pedonali in via Roma, al centro di Trasacco. Alla guida dell’auto c’era R.D., 26enne originario di Sassari, ma residente a Luco dei Marsi. Lo ha investito con la sua Ford Fiesta, ma non si è fermato. Per questo è stato denunciato dai carabinieri della stazione di Trasacco per omissione di soccorso. «Questa mattina (ieri, ndr) è venuto a trovarmi», racconta il giovane che a ottobre compirà 18 anni. «Non lo avevo mai visto, è più grande di me. Era con sua madre e suo padre. I genitori mi hanno chiesto scusa tantissime volte, sono stati gentili», racconta Garofalo, «quando gli ho chiesto perché non si era fermato per soccorrermi non mi ha dato un’unica versione». «Prima mi ha detto perché non si era accorto di avermi colpito, poi che aveva sentito il rumore ma che non pensava mi fossi fatto così male», va avanti. «Si è messo anche a piangere. Io sono qui adesso e per me le cose non potranno cambiare. Comunque dovrò essere operato. Però lui mi ha chiesto di perdonarlo e io posso farlo». Garofalo non è ancora del tutto sereno: ha paura dell’intervento che lo aspetta, ma su quanto accaduto ha le idee chiare. «Fare quello che ha fatto quel ragazzo non è giusto», dice scuotendo la testa, «ma spero che lui si renda conto del terribile gesto e che ora non si tiri indietro davanti alle sue responsabilità».

Mentre il giovane parla, la sua fidanzata, Annalisa Straccia, non stacca un attimo gli occhi da lui. «Ho saputo solo la mattina dopo quello che era accaduto», racconta. «È stato un brutto colpo, ma per fortuna Elio mi ha chiamato subito e sentendo la sua voce, mi sono tranquillizzata».

Insieme a lei, nella stanza, anche Jessica D’Andrea e Marianna Di Pasquale. «Non lo lasceremo mai solo», dice Jessica. «Ci vogliamo bene e affronteremo questo tutti insieme». L’incidente è accaduto alle 3 di notte. «Eravamo stati a una festa di 18 anni», prosegue Garofalo, «e poi eravamo stati, come succede spesso, alla gelateria “Alessandra”. Sono rimasto stupito di quante persone sono accorse in mio aiuto. I miei amici e anche tanti ragazzi più grandi sono andati dai carabinieri e hanno raccontato quello che avevano visto. Dopo il colpo ho temuto di non farcela, mi sentivo svenire ma poi mi hanno portato una bottiglietta d’acqua e mi sono fatto forza. Ringrazio chi quella sera non mi ha lasciato mai solo. Anche il sindaco (Mario Quaglieri, ndr) mi ha scritto. Lui mi è sempre vicino e anche questa volta non è mancato».

Il padre, Giulio Garofalo, è momentaneamente in Kenia, lavora per la Telespazio e ha seguito tutto, con apprensione, al telefono. La giovane madre, Vera Oddi, riesce a stento a trattenere le lacrime e ogni tanto esce dalla stanza e rassicura al telefono le tante persone che la chiamano.

«Ringrazio il personale medico e paramedico degli ospedali dell’Aquila e di Avezzano, che hanno accolto Elio con una professionalità fuori dal comune», dice Oddi, «e i soccorritori dell’Avis che dopo l’intervento sul posto hanno aspettato fino alla mattina per sapere le condizioni di mio figlio. Grazie a carabinieri, polizia locale e a tutte le persone che si stanno interessando a noi». «Nel mio cuore anche io ho perdonato», conclude. «La giustizia è un’altra cosa».

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