Piste senza neve, Cialente: «Utilizziamo i cannoni»

Il primo cittadino: per Campo Imperatore è necessario un cambio di passo La proposta bocciata dal Wwf Italia: «Un inutile sperpero di fondi pubblici»

L’AQUILA. La proposta il sindaco Massimo Cialente l’ha lanciata nell’intervista di fine anno al Centro: «Mettiamo i cannoni sparaneve a Campo Imperatore. Siamo l’unica stazione sciistica che potrebbe utilizzarli dall’inizio della stagione invernale. Dobbiamo tenerne conto nella futura programmazione degli interventi».

L’idea, rilanciata sul web, ha scatenato commenti e l’inevitabile scia di polemiche. Tanto che il sindaco ha anche parlato di un referendum, per decidere del futuro della montagna aquilana. «Alla fine di aprile», ha scritto sulla sua pagina Facebook, «avremo finalmente il bando per la privatizzazione della gestione complessiva: impianti e strutture ricettive. Ma è chiaro che serve un cambio di passo. Non è possibile che per sostituire un impianto, si incontrino difficoltà insormontabili. Chiamo la Regione e il Parco alla responsabilità di mettersi, entro pochi mesi, in condizioni di dare risposte. Va approvato, dopo 14 anni, il piano del Parco. Punto e basta. Certo, con pochi cannoni, sul Gran Sasso si potrebbe sciare da novembre a maggio. Già sento le polemiche».

E le polemiche non si sono fatte attendere. «Le insolite vampe di calore alle quali Cialente attribuisce la scomparsa della neve sciabile al Gran Sasso», scrive l’ecologo e membro del comitato scientifico del Wwf Italia Bruno Petriccione, «hanno in realtà contribuito, nei giorni scorsi, a consolidarla. Di neve quest’anno ne abbiamo avuta, eccome! Il problema è che la stazione sciistica di Campo Imperatore è in un sito particolarmente ventoso, dove le bufere di neve provocano iperaccumuli nei siti riparati e sparizione della neve in quelli esposti. I ventilati cannoni per la neve artificiale, quindi, non solo non risolverebbero il problema, ma aggraverebbero la cronica carenza idrica di quel sito e danneggerebbero habitat e specie particolarmente fragili e preziosi, nel cuore di un Parco nazionale. È ora di pensare a un turismo diverso, che consenta di godere della montagna, con rispetto, indipendentemente dalla presenza di neve sulle piste da sci. E senza insistere», ha concluso Petriccione, «nel voler sperperare ingenti fondi pubblici in progetti, come quello della nuova seggiovia delle Fontari, assolutamente incompatibili con la tutela di un territorio protetto come quello del Gran Sasso». Intanto, dopo una partenza in netto ritardo, anche ieri sul Gran Sasso si è sciato sulle uniche due piste aperte, quella dell’Osservatorio, servita dalla seggiovia delle Fontari, e la Mirtillo, raggiungibile con gli impianti della Scindarella. La neve continua a essere poca e le raffiche di vento fanno il resto, disperdendo gli accumuli.

Romana Scopano

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