«Porta Barete va restituita alla città»

Venti consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione in campo a difesa del monumento

L’AQUILA. Su Porta Barete e sulla sospensiva concessa dal Tribunale amministrativo regionale al ricorso presentato dai residenti di via Roma che chiedono la cancellazione del vincolo sull’area apposto dalla Soprintendenza, scendono in campo venti consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione.

«Circa un anno fa il consiglio comunale ha votato un ordine del giorno attraverso il quale sottolineava l’importanza della riapertura di Porta Barete, ritenendola un primo passo strategico per la riqualificazione delle mura cittadine. Purtroppo, ad oggi, dopo un rimpallo di responsabilità, ancora nulla è stato fatto per restituire alla città uno dei suoi monumenti più significativi e ricchi di storia. Riteniamo che la politica non possa rimanere a guardare e debba prendere una posizione netta. Noi, consiglieri di maggioranza e di opposizione, ci schieriamo uniti, con forza e risolutezza, per la sua riapertura. Riteniamo, infatti, che la buona politica non sia né di destra né di sinistra. Se la Soprintendenza non prenderà una chiara e tempestiva decisione toccherà alla politica farlo. Chiediamo uno sforzo comune per non mancare a questo appuntamento con la storia e di non avere paura di schierarsi a favore del bello e di un monumento così caro agli aquilani».

La nota porta la firma dei consiglieri Raffaele Daniele (Udc), Giuliano Di Nicola (Idv), Carlo Benedetti, Stefano Palumbo, Tonino De Paolis, Sergio Ianni, Alì Salem, Giorgio Spacca (Partito democratico), Ermanno Giorgi (Centro democratico), Adriano Durante (Cattolici democratici), Guido Liris (Forza Italia), Vito Colonna (Prospettiva 2022), Alessandro Piccinini (Ncd), Enrico Perilli (Prc), Emanuele Imprudente (L’Aquila città Aperta), Pierluigi Mancini (Api) Giuseppe Ludovici (Gruppo misto), Giustino Masciocco (Sel) Angelo Mancini (L’Aquila oggi), Gamal Bouchaib.

Un documento che va a rafforzare la posizione espressa, per conto dell’amministrazione comunale, dall’assessore Pietro Di Stefano, secondo cui «l’interesse archeologico della zona è un dato di fatto che non può essere messo in dubbio da un vizio di forma».

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