Premio Esposito allo scrittore Di Consoli

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CELANO. È partito con il piede giusto il Premio nazionale di narrativapremio letterario “Vittoriano Esposito” che si è svolto all’Auditorium.

La palma del migliore è andata ad Andrea Di Consoli con il romanzo "La collera" (Rizzoli). Seconda Francesca Costantino con il romanzo " I figli di Baal"(Armando Curcio), al terzo posto Leonardo Bonetti con il romanzo "Racconto d'estate" (Marietti).

Premio speciale della giuria a Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, che ha tracciato un profilo realistico ed efficace della politica di oggi.

I componenti della giuria sono stati: Dante Maffia (presidente), Fabio Croce (segreteria del premio), Giorgio Linguaglossa, Luciana Vicaretti, Nunzia Pasturi ed Ezio Ciciotti. Sono stati presentati al concorso circa 300 libri, un numero di rilievo per appuntamenti di questo genere.

Il sindaco Filippo Piccone, coadiuvato da Ciciotti, promotore del Premio, ha sottolineato «la necessità di far crescere un evento di spessore invitando tutti a una maggiore fruizione della cultura».

La vedova del professor Esposito, Ninetta Taccone, ha ringraziato tutti per l’attenzione verso l’attività del marito. Al premio erano presenti i vicesindaci di Avezzano, Nando Boccia, e di Pescina, Antonio Iulianella.

«Raccogliendo il testimone delle battaglie sociali presenti nell'opera di Silone», ha sottolineato la professoressa Luciana Vicaretti, «il professor Esposito ha voluto ricordare il dramma della gente della nostra terra, di quegli umili, di quei " cafoni" vessati dall'ingiustizia del potere. Così, prendendo un po' di quel male, lo alleviava facendo suo il messaggio del riscatto siloniano. Tra i tanti scrittori sui quali si è soffermato, Silone è sicuramente quello che gli ha fatto più compagnia nella sua vita di critico letterario. È quello che ha condiviso maggiormente con i suoi affetti più cari. È lo scrittore amico che ha nominato almeno una volta al giorno… quello che pensato anche ad ogni suo risveglio».

«Caro Professore», ha concluso la Vicaretti rivolgendosi idealmente a Esposito, «a lei che ha sempre saputo ascoltare la voce degli altri, eleviamo oggi il nostro ricordo dicendo non la dimenticheremo mai!».

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