Processi sui crolli, è scontro

Gli avvocati di parte civile: «Qui giudici seri e sereni»

L’AQUILA. Prosegue il dibattito, ma forse è più corretto parlare di polemica, sulla proposta di trasferire in altra sede i processi sui crolli per motivi di opportunità ventilata dall’avvocato Attilio Cecchini. Una discussione nata da affermazioni fatte in un’intervista rilasciata al nostro giornale dall’autorevole legale.
Anche se l’opinione dell’avvocato gode certamente del consenso, benchè silenzioso, di altri legali impegnati (e non) nella difese di alcuni indagati nei procedimenti sui crolli, oggi si registrano altri due interventi di avvocati che, uscendo alla scoperto, contestano l’opinione del collega Attilio Cecchini il quale sostiene, alla base della sua tesi, che la «legittima suspicione» poggi sulla mancanza di serenità del foro aquilano. Cosa che comprometterebbe la correttezza della valutazione degli atti da parte dei giudici. Della stessa opinione di Cecchini è anche l’avvocato Fabio Alessandroni il quale invita, comunque, tutti a un confronto più sereno.

Ad alcuni avvocati che preferiscono restare anonimi (va precisato che Cecchini non ha mai fatto riferimento a questo aspetto), non è sembrato opportuno che una rappresentante delle parti offese dei familiari vittime della Casa dello studente, il legale Simona Giannangeli, sia stata ammessa a fare un breve intervento durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
«Mi sembra di poter affermare», afferma l’avvocato Francesco Valentini, «che è anche consigliere comunale di maggioranza, «che manchino le condizioni di diritto processuale per il trasferimento dei giudici in altro luogo. Anche da un punto di vista politico la situazione va e deve essere decifrata in maniera corretta nell’interesse dell’intera cittadinanza».

Analoga la presa di posizione dell’avvocato Fabrizio Giancarli, che sta avviando alcune cause risarcitorie. «Ritengo» afferma, «che non siano sussistenti le condizioni di base anche perchè occorre considerare che sono in corso azioni di ristoro dei danni non solo in sede penale che in sede civile. Credo anche io che L’Aquila vanti nel suo tribunale giudici sulla cui serenità non è neanche lecito dubitare».

Questa è stata anche la posizione sostenuta dal procuratore capo Alfredo Rossini, l’unico esponente della magistratura investigativa, dato il suo ruolo, che ha la facoltà di esprimersi pubblicamente. Due giorni fa, infatti, il magistrato è stato molto esplicito. «Gli avvocati», ha affermato «fanno capire di non credere nella giustizia. Se io facessi l’avvocato agirei in maniera diversa».

Ma forse la replica più forte è quella che è arrivata, sempre nei giorni scorsi, da Antonietta Centofanti portavoce del Comitato vittime della casa dello studente.
«Rimaniamo sorpresi» ha detto, «di fronte alle affermazioni dell’avvocato e ribadiamo che deve essere il tribunale del capoluogo a occuparsi dei crolli, che saprà dare le risposte le giuste risposte alle domande». Una presa di posizione identica, ovvamente, a quella espressa dallo stesso avvocato Simona Giannangeli. «L’unico clima che si respira», ha detto nei giorni scorsi l’avvocatessa aquilana, «è quello di un impegno incessante e di una grande attività e impegno della procura nel portare avanti le indagini, altro che trasferimento in altro foro». Mentre monta la polemica sono in arrivo le decisioni del pm per 3 filoni importanti sui crolli: Convitto nazionale, Ingegneria e, appunto, Casa dello studente. A tremare oltre 20 indagati.